Noi in Toscana siamo stati tra i pionieri del turismo gastronomico ma non abbiamo idea del fatto che ormai il vino è un motore turistico globale che non “risparmia” paese alcuno. Un nostro affezionato cliente (Francesco Romiti ) è stato in un bel viaggio alternativo ai soliti flussi italioti (tant’è che di italiani ne ha visti pochi, incredibile!) in Uzbekistan, ex poverissima regione CCCP e adesso lo stato più popoloso dell’Asia centrale con i suoi 25 milioni di abitanti. La sua posizione dal punto di vista enologico è “strategica” almeno per il fatto che si trova appunto in mezzo alla culla della Vitis Vinifera il cui succo allieta i nostri banchetti. Non siamo ai livelli della Georgia dove già ci sono cantine famose e distribuite in Italia (di recente ho assaggiato un ottimo Rkatsiteli Grand Cru Tsarapi della Velier, scoperto da Nicolas Joly ) ma a quanto mi racconta Francesco, le cose un pochino si muovono perfino laggiù! E se anche su internet si possono prenotare “wine tasting” ecco cosa dovete aspettarvi nel racconto del “sopravvissuto” Francesco.
“Non ritengo assolutamente di essere un degustatore provetto e tantomeno organizzo i miei viaggi, mia vera passione, a seconda delle degustazioni o dei vitigni.
Mi è capitato però in questo ultimo viaggio in Uzbekistan, di poter partecipare inaspettatamente ad una “wine tasting” di vini locali.
A dire il vero è stata una vera esperienza.
La città era Bukara, bellissima e affascinante, e quella sera c’erano “solo” 38 gradi anche se il sole era già calato da un paio d’ore. All’interno di una ex Madrassa – termine per definire una scuola dove si insegna il corano, in pratica un cortile circondato da piccole aule – siamo stati invitati ad entrare in una stanzetta, non più di 16 mq., per partecipare ad un assaggio di vini. L’ambiente era molto elegante e ordinato: tavoli apparecchiati, bottiglie ben disposte e immagini al muro… niente finestre e tantomeno impianti di areazione eccetto un ventilatore sparato al massimo… Abbiamo iniziato a sudare!
Il programma prevedeva l’assaggio di 8 vini. Eravamo in quattro, due di noi erano totalmente astemi e si sono arresi al primo assaggio, noi invece abbiamo continuato a sudare… la terza ha dovuto arrendersi al terzo assaggio dato i postumi da un malessere lampo della mattina stessa… io ormai ero in un bagno di sudore… Con grosso dispiacere del gestore ho dovuto cedere anche io al quinto assaggio… a digiuno con quel caldo, niente aria e anche io con dei postumi di un piccolo disturbo era impossibile bere ancora!
Mi è dispiaciuto però dire “no grazie!” quando il gestore ci ha chesto se volevamo comprare una bottiglia da portare alla cena in famiglia uzbeka dove eravamo diretti. A dire il vero avrei voluto rispondere: “ma non lo vedi come siamo messi? Siamo cascati uno ad uno come birilli!”
Un commento sui vini? Non ho molta esperienza in merito, comunque, nonostante che qualcuno di quelli assaggiati avesse vinto qualche premio, non mi sembravano eccezionali, o perlomeno mi hanno dato l’idea di essere un po’ estremi, indecisi o truffaldini, nel senso che mi sembrava macassero di equilibrio tra olfatto e gusto, mai l’uno confermava l’altro. Ma non sono io a dover dare dei giudizi in merito…
Il viaggio invece… merita!”
Grazie Francesco per il racconto…Vi rammento alcune delle varietà comuni di uve in Uzbekistan: Bayan-Shirey, Rkatsiteli, Saperavi, Morastel, Muskat, Aleatiko, Kabern e altre più esotiche come Asyl-kara, Khindogny, Mtsvani, Kuldjinski,Soyak, Bakhtiori and Bishty.
Di queste personalmente ho assaggiato (non uzbeke) il Rkatsiteli georgiano e un ottimo Saperavi (rosso) che però era barricatissimo quindi del frutto si intuiva poco.
E capisco quindi cosa vuol dire Francesco quando parla di “vini truffaldini”…quanto al gusto, almeno per come me li ha descritti a parole credo che fossero molto sbilanciati verso le componenti dure, ovvero acidità mentre al naso erano comunque molto piacevoli di qui il grosso contrasto una volta assaggiati.
Le frontiere del vino sono infinite…e ogni giorno si scopre qualcosa di più interessante. Personalmente questi vini asiatici non mi fanno per niente impazzire (ho assaggiato anche roba turca ma mai nulla di trascendente), però fa cultura! Se volete un nome (una cantina) da tenere d’occhio, sia Francesco che il web ci dicono che sia questa Samarkand Wine che almeno il nome giusto per il mercato ce l’ha!
- La cucina di Burde in vaso
- Il nostro menu
- Carta dei Vini
- Vino, birra e cocktail a domicilio a Firenze
- Andrea Gori
- Paolo Gori
- Calendario Degustazioni a Firenze
- Goritron Generatore automatico di note di degustazione
- Ricette
- Dormire a Firenze
- Champagne
- Eventi e degustazioni in giro
- Biodinamica e vini naturali
- English
- Andrea Gori, Sommelier potenziato con AI
- Cookie policy
- Trattoria a Domicilio: cuciniamo per voi il Burdelivery!
- Contatti – Dove siamo