Dopo la partecipazione al WBW inglese, non potevo tirarmi indietro per il suo equivalente italiano. Stavolta siamo da Via Freud 33 che si definisce “Multiblog di Cultura, Arte, Musica, Letteratura, Vino, Cibo, Cinema, Architettura… ” e in effetti ci si trova di tutto un pò, e tutto scritto pure bene a più voci. Il tema non era facilissimo ma stimolante, si trattava infatti di degustare un vino di un’azienda che non producesse più di 20 000 bottiglie…
E non è stato per niente facile, specie pescando nella mia cantina che è fatto per ora purtroppo di molti nomi grandi e pochi piccoli…Poi però l’illuminazione mi coglie nello scorgere scuro e quasi minaccioso dall’alto del suo scaffale nella penombra della cantina del ristorante un piccolo grande mito di Toscana che ho avuto recentemente la fortuna di assaggiare.
Si tratta del Brunello Di Montalcino Soldera Case Basse Riserva 2000.
Tempo fa parlando con l’amico e collega sommelier e ristoratore Maurizio di Enotria ci lamentavamo della poca attenzioe alla bevibilità che veniva data dai grandi di Toscana (i vari -aia e -ello).
Verso le 2 di notte, dopo una serata sulle grappe, Maurizio mi fa: “Certo che se ci fosse un vino elegante, ricco, suadente, potente e che al contempo stesso si lasciasse bere senza fatica, sarebbe il mio vino ideale e non importa quanto costi”. Al che dopo un millisecondo gli faccio “Guarda Maurizio che questo vino c’è già e ce l’abbiamo in carta tutti e due, è il Brunello di Soldera!”.
In effetti, questo Brunello, che esce solo come Riserva (quindi qualcosa come minimo 60 mesi di invecchiamento) e solo nelle annate in cui Soldera è sicuro che grande lo sia sul serio (si, pure il 2000!), ha tutti i crismi del grande vino e pure tutte le caratteristiche che ce lo potrebbero far bere ogni giorno. Elemento che dovrebbe sempre discriminare i grandi vini dai vini grandi solo nel prezzo.
Questo Case Basse 2000 è giustamente granato, quasi perfettamente limpido e dai riflessi cangianti che meritano davvero l’uso di una candela per essere colti appieno. Al naso la magia di Montalcino è completa con i frutti di bosco, il roberparkeriano “blackcurrant”, il toscano tabacco kentucky, il minerale sapido ilcinese che sempre più raramente si incontra. Ma come vi dicevo la magia del Case basse si manifesta in bocca con la sua acidità ben calibrata (forse in questo 2000 ancora un pà invadente) e che smuove tutto l’alcol e la morbidezza reinventandoli nel palato ad ogni sorso. Sorso che ne richiama subito un altro tanta è la capacità di lasciare il palato immacolato e pronto a riprovare le sensazione di poco prima. E’ un vino semplice e lineare come può essere la soluzione geniale ad un problema complesso, un rasoio di Occam dell’enologia.
Ha il solo difetto di costare caro, e di essere finito in qualche orrendo “paniere” di fondi internazionali che investono in casse di vino…e mi pare sia pure un benchmark per valutare l’effiacia di investimenti in bottiglie di vino alla pari con Yquem o Chateau Margaux. Che è un’aberrazione moderna di un piacere antico e toscano di cui andiamo fieri, ma di cui siamo tanto gelosi!
Ma sul prezzo di Soldera, sono più d’accordo con Franco, che lo definisce uno dei vini dal miglior rapporto qualità prezzo che ci siano!
Vedi MAurizio che avevi ragione?!?
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