Serata paradigmatica e illuminante ieri sera allo spettacolare Golden View di Firenze per capire cosa significhi Vino Libero (libero da solfiti, da concimi chimici e da lieviti selezionati) e soprattutto per capire che non servono troppi panegirici e iperboli comunicative per vendere il vino oggi. Un rasoio di Ockam di cui forse abbiamo bisogno ma che continua ad apparire troppo semplice e forse banale per tutta la ricchezza comunicativa di cui pensiamo il vino abbia sempre bisogno. Ecco una sintesi per video e testi.
Intanto ecco l’introduzione del padrone di casa Paolo Miano:
Paolo Miano ci spiega come si può insegnare in maniera semplice e per piccoli passi il vino ai clienti che anche non ne sanno nulla…Piano piano dalla A alla Z…
Poi la parola ad Oscar che inizia raccontandoci perchè si fa il vino e perchè è un prodotto così speciale, e così importante per la vita dell’uomo:
Passando poi al concetto pratico di cosa significhi fare un vino libero in pratica, parlando di lieviti, chimica nei vigneti e riduzione solfiti in cantina:
e infine illustrando le potenzialità di una comunicazione più semplice, non solo per i Vino Libero ma anche per il vino italiano in genere arrivando a teorizzare una sovra-denominazione per i mercati esteri:
Infine, ecco qui i “prototipi” di Vino Libero in degustazione durante la serata, molto esemplificativi del concetto e dell’idea di bere secondo il manifesto “libero”:
Vino Libero Roero Arneis Pradalupo Fontanafredda 2011
Diretto e fine, pesca ginestra e sole, sapido e intenso anche in bocca, finale pulitissimo e netto minerale 84
Vino Libero Langhe Nebbiolo Borgogno 2010
Lampone e fragola di bosco stupenda ma delicata, mela rossa, bel finale mai banale che rilancia di continuo. 86
Vino Libero Refosco dal Peduncolo Rosso Vigne di Zamó 2009
Lampone e caramella charms ai frutti di bosco, spezie fini e curiose, vivo e lampante, grande ritmo 83