A molti questo lato glam del vino potrà non piacere ma è innegabile che l’atmosfera che si respira ogni anno a Merano sia speciale e del tutto consona a celebrare la nostra passione più grande, il vino con tutto quanto ci si può abbinare insieme. Personalmente ho sempre vissuto il Merano Wein Festival come una grande vacanza nel senso che si trova nonostante la calca e il grande numero di persone il tempo e la tranquillità necessaria per discutere parlare e approfondire tanti aspetti di questo mondo, non ultimo le modalità di comunicazione del vino stesso che qui a Merano è sempre stata protagonista. A partire dalle verticali e i tasting che quest’anno si arricchiscono della “giornata Champagne bis” del martedi 10 novembre, il programma si fa ogni anno più ricco e oversize al punto che non si va da nessuna parte senza un minimo di programmazione. Certo 3-4 giorni in questo periodo dell’anno possono essere tanti ma sono un investimento che ha il suo ritorno nei prossimi mesi in termini di contatti, assaggio di novità e altre chicche che magari sul mercato stanno per uscire. Non ultimo la possibilità di assaggiare vini (qui la lista completa) premiati o premiatissimi dalla guide in uno stato di forma ottimale, ancora più fondamentale in un anno dove nessun vino pare aver messo tutti d’accordo.
Nel mio piccolo, il contributo sarà per la sontuosa verticale di uno dei vini più iconici e importanti d’Italia ovvero il Sagrantino 25 anni di Caprai, la dimostrazione nel bicchiere che la caparbietà e la voglia di cambiare un territorio possono produrre miracoli.
“Convinzione tra tradizione e innovazione”, Sagrantino di Montefalco, Arnaldo Caprai