Un’azienda eroica nel suo resistere alla cementificazione di una delle zone storiche e più vocate d’Italia grazie al Vulcano e al suo terreno particolarissimo capace di impartire ai vini una sapidità unica e riconoscibile. In questo vino di Villa Dora il naso è la componente che impressiona meno ma del resto coda di volpe e falanghina non sono così intensamente aromatici ma sanno regalare una bellissima nota di frutta matura gialla con piccoli sconfinamenti nel tropicale. In bocca cambia passo e regala note vulcaniche che sfociano nel torbato misto a miele e spezie. Da’ l’impressione di essere corposo e ricco ma riesce a stare in equilibrio mirabile grazie ad acidità e sapidità. A tavola un passe-partout notevole sia da pesce che da carne.
Ce lo racconta Fabio Pracchia di Slowine: