Ci sono tanti posti remoti e inaccessibili in Toscana e questo una ventina di anni fa doveva esserlo in maniera sublime, al limite dell’incoscienza lo sperare di vederci un futuro da casa. Però la brezza continua dal mare, il sole della Maremma, le note di lavanda, di erba e di luce dovevano già essere qualcosa di unico.
Guardandolo adesso si fa comunque fatica a vedere il “castello”, non ha un corpo unico e quasi niente di possente, assomiglia più ad un borgo che ti chiedi come mai sia finito proprio qui. Ti accoglie con un arco e un giardino curato ma non di un verde esasperato all’inglese che stonerebbe, con un parco che già ti invita alla calma e nel giro di quattro passi sul sentiero ti porta già anni luce dalle preoccupazioni e dalla vita di tutti i giorni. Il silenzio fa il resto, qui niente tv, niente satellite, niente aria condizionata.
I muri di 2 metri isolano e proteggono chiunque si trovi all’interno degli edifici. C’è un corpo più grande (qui tutte le foto) con una sala da pranzo grande a vetro aperta sul bosco e da cui scorgi il vigneto, una cucina spaziosa, un salotto medioevale con il cane spalmato su una sedia preziosa, ma sopra un morbido lenzuolo bianco. Il salotto buono dove ti servono il caffè (solo moka rigorosamente) in tazze made in england (come quelle di mio zio) e dove scopri come si è arrivati a questa piccola meraviglia.
Che scopri poco a poco osservando mobili, quadri, scelte di design e di complementi d’arredo, ogni cosa come se fossi semplicemente invitato a casa di qualche signorotto medioevale nel senese. Ogni stanza e appartamento fa storia a sè con sedute divani e piccolo cucinotto, vasche d’epoca e ventilatori al soffitto moderni e delicati. Ovunque si infila la luce e la maremma, da ogni pertugio e attira ogni sguardo.
Mai come la spa o le due piscine, in ogni caso.
Sotto il prato cortile del castello (attrezzabile e attrezzato per feste, matrimoni, serate a tema) ecco il sentiero che degrada fino ad una piscina in travertino di fianco ad un tavolo che mi ricorda le imprese da scout piccolo esploratore. Magari costa più di una verticale di Sassicaia, ma l’impressione è quella tenera e gentile di un tavolo da vivere in spensieratezza. E se anche ti rimangono qualche preoccupazione, ecco la SPA, affacciata sulla maremma e di lontano quasi vedi il mare, con la tinozza a strapiombo, il vento che entra ogni dove e tu che sei nella sauna e non smetti di essere immerso in tutto questo. Impressionante semplicemente.
Risali nel borgo, vedi una villa a sè stante con piscina in travertino quasi da villa hollywoodiana ma mai volgare e attraversi un giardino che ti mette voglia di meditare su una panchina di legno ancestrale e pure di darti all’ayurvedica. Una suite affacciata anche lei sull’infinito tramonto che ti immagini struggente, calda e intensamente romantica all’imbrunire come al mattino presto.
Cammini fino all’orto e per caso ma sembra quasi troppo bello, il cuoco, napoletano, che ti viene incontro con una ciotola di erbe dall’orto, di necessità virtù visto che qui gli approvvigionamenti non sono facilissimi. Timo, lavanda, tarassaco, basilico, rosmarino, mirto e tutto quanto fa macchia mediterranea qui ci sono, insieme ad una cura per la disposizione che fa di questo orto un giardino da vivere e dove puoi sostare a meditare.
Tempo di pranzo, semplice quasi frugale ma di sapori intensi appena colti, va benissimo, ci sono da assaggiare i vini. Sotto la guida di Roberto Cipresso, la sfida di raccogliere il senso di questo posto e la magia del terroir, un piccolo angolo di Montecucco prezioso e delicato. Vigneti di una decina di anni, sangiovese, merlot, cabernet e petit verdot. Esposizioni quasi tutte a sud, allevamento ad archetto interessante e scenografico, regime di agricoltura biologica, in conversione alla biodinamica.
Si parte dal Terre di Vico 2004 e si finisce con una piccola anteprima del Brunello di montalcino 2006.
Ecco cosa abbiamo sentito:
Terre di Vico 2004
Sang 70 merlot 30
Naso sangiovese frutta matura, lieve tabacco, lavanda, solare bocca fresca di marasca, merlot sale fuori nel finale, persistente nella ciliegia e agrumi. Niente male sul vitello tonnato e salsa verde.Note di montecucco… 87
Terre di Vico 2005
Sang 70 merlot 30
Merlot in grande spolvero, speziatura fine, timo menta cenni di rovere poi frutta , leggero vegetale, bocca fresca , rosmarino e ginepro , finale tannino lieve sferzata nel finale. Persitente nel balsamico, toscano e mediterraneo , radice e liquirizia. Più educato e lezioso. 82
Castello di Vicarello IGT 2005
Cab sauv 45 Cab Franc 45 Petit Verdot 10
Macchia mediterranea buccia peperone timo, lavanda in fiore, pepe rosa , bocca lieve, tannino appena verdognolo ma stimolante, persistenza da grande, finale cassis e spezia, pepe e cardamomo. Snello ed elegante, cifra da grande vino, grandissimo in prospettiva…Vini costosi, ai limiti dell’esagerazione, ma quantità limitatissime, un progetto visionario ma con la voglia di regalare nel mondo la magia di questo posto. Non so se ne comprerei una bottiglia al ristorante per un centinaio di euro, ma dopo essere stato qui, so che è l’unica cosa che qui mi ci può far tornare. 90+