In sordina e senza tanti strombazzamenti ormai desueti, Ruffino sta facendo assaggiare in giro un nuovo vino, prodotto nella nuova tenuta di Murlo in quel di Siena ma in posizione decisamente “off” rispetto alle zone tradizionali. E quindi libero spazio alla creatività sia dentro che fuori la bottiglia. Un vino da evitare se non amate alcuni azzardi enologici e certe magie da stregoni winemaker…Però almeno qui non si gioca a dire “la tradizione rivista al futuro” o discorsi simili, qui già dall’etichetta, per me bellissima, è scritto forte e chiaro che ci si deve approcciare senza paraocchi e con pochi confronti possibili. Il blend è di quelli di moda, ma Ferrini, che qui ha avuto mano libera, ci pare abbia fatto centro.
Cosa c’è più di moda del Petit Verdot? Vai con un 25%.
Può mancare il Sangiovese che siamo in Toscana? Fatto un altro 25%.
Comunque è un supervino quindi vai di Cab (altro 25%).
E come lo completiamo? La Maremma non è lontana e il vitigno più diffuso al mondo regala note piacione mai scontate e quindi ecco l’Alicante (Grenache) a dare il restante 25%.
Ripetiamo che sicuramente moltissimi storceranno il naso ma il vino si lascia bere e soprattutto ribere volentieri, per niente un bolgherese, ha una ruvidità toscana sotto controllo che ben contrasta con una dolcezza di frutto e di spezia notevoli. Barrique mai in evidenza, finale stuzzicante e non impossibile da abbinare. Da wine bar, da aperitivo (teoricamente un’eresia ma avete mai sentito i dialoghi che precedono la scelta di un vino ad un aperitivo in piedi?) e speriamo per una cena invernale ricca e succulenta. Sui 42 euro in enoteca.
Previsioni in guida ad Ottobre:
4 grappoli Bibenda
2 bicchieri Gambero
13.5 Espresso
Vino frutto Maroni