Forse su questo vino ha già detto tutto Antonio Tomacelli in questo bellissimo pezzo su Intravino però l’emozione che in 80 persone abbiamo provato contemporaneamente e tutti allo stesso modo ha qualcosa quasi di soprannaturale. E pensare che uno stesso vino possa dare una gioia così collettiva e allo stesso tempo così intima significa che è un vino che racchiude tanto. E non solo una grande annata. Perchè se è vero che la grande annata, come la 2006 pare sia in effetti giustifica emozioni e iperboli, non è normale che si possa uscire (a gennaio 2012) con un vino “riserva” ottenuto da un vigneto di soli 6 anni di età, praticamente un bambino alla sua prima prova di “brunellitudine”. E invece Luciano Ciolfi con la sua sensibilità e spronato dal suo enologo Claudio Gori crede in questa botte particolare che prende strade inaspettate che poi saranno 1300 bottiglie uniche e imprevedibili. Emozionanti, regali, eleganti, sontuose come le note che si levano dal bicchiere ma allo stesso tempo dotate di una strana rabbia giovanile, un impeto che non si può fare a meno di rilevare, di misurare, di rimanere soggiogati di fronte a tanta forza. E’ un Brunello di Montalcino tipico, classico che più classico non si può e come tale capace di parlare a tutti e conquistare tutti, oggi, a gennaio (quando uscirà) e tra vent’anni.
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Chapeau Luciano, e vedi di ripeterti…