Ieri sera c’era da festeggiare e ho “ingaggiato” mio fratello, futuro chef da Burde. Ormai sapete che mio fratello e il cinghiale in dolce e forte hanno un feeling particolare per cui non stupisce che quando si deve fare festa e già che ci siamo fare un assaggio di un pò di vini in batteria la scelta dei cibi casca spesso da quelle parti! Ieri sera però ci siamo un pò sdati e sul menù composto da patè di cinghiale e marsala, stracci Fabbri al sugo di cinghiale e appunto cinghiale in dolce e forte, gli abbinamenti provati sono stati quanto mai vari e assortiti.
Lo so che non lo si può bere come aperitivo ma c’era da festeggiare quindi bollicine iniziali e vai con un monumentale 1994 Millesime di Andrè Beaufort, Champagne biodinamico da Ambonnay, e quindi complessità biscottate, miele di erica, spezie, nocciole, frutta piena e quant’altro con un gusto vivo e caldissimo. Sul patè quasi quasi era un pò troppo forte però…
Ci sediamo e arriva la pasta…eccoci di fronte a 2 vini su cui i Marchesi Mazzei puntano parecchio (e grazie alla Milvia e a Massimo che me li hanno regalati) ovvero il Tenuta di Belguardo (Cab sauvignon e Franc) e il Bronzone, Morellino di Scansano versione top. Confermo quanto detto sul Bronzone negli scorsi anni, ovvero che di morellini così ce ne sono pochi (Capatosta e Barbicato a parte) e riesce ad essere elegante e fine pur con una potenza enorme di alcol, corpo e sttruttura.
In certe annate è anche troppo massiccio ma questo 2005 non lo è affatto.
Il Tenuta invece non mi piaceva e anche ieri sera non mi ha entusiasmato…o meglio riconosco che è molto meglio di qualche tempo fa ma mi pare ancora un vino in cerca della sua dimensione e della sua collocazione. Per adesso è un riuscito blend maremmano, con note nette e fini del Cabernet Franc che quest’anno escono maggiormente che in passato. Niente male, anzi buono ma non il genere di vino che andrei a cercare…
Grande attesa per il 5 grappoli 3 bicchieri e chissà quan’altro Siepi 2004 e , per una volta, non va delusa. Sapete (soprattutto lo sa Silvio Ariani che non mi sopporta!) sul Siepi sono sempre stato piuttosto tiepido e le due ultime uscite (2002 e 2003) mi avevano lasciato un pò freddino soprattutto per via di un corpo un pò pesante e una sensazione troppo marmellatosa. Nel 2004 il Sangiovese invece tiene benissimo a bada gli eccessi del Merlot e ci regala un bel vino elegante, complesso e più toscano del solito , con una persistenza che tiene botta contro il cinghiale senza paure.
Non so se vale quanto costa (praticamente dopo l’ultimo rincaro siamo sui livelli del Sassicaia!) però è buonissimo! E i profumi sono molto più puliti e netti che in passato, segno che il terroir del vigneto Siepi è finalmente pronto a dare vini di qualità davvero superiore.
In finale di serata c’è spazio pure per un Val Di Cava Riserva Brunello di Montalcino 1975, caldo, catramato, ciliegioso e con abbondante liquirizia. Certo nel 1975 non ci si immaginava il 100/100 dell’annata 2001 (Riserva Madonna del Piano) ma già si capisce che si lavorava PER la qualità.
Finale emozionante con un bel Vin Santo di Avignonesi 1994, di nuovo senza caffè e senza distillati a seguire, basta e avanza lui per chiudere in bellezza! E pensare che era un culaccino di bottiglia aperto in frigo da almeno 6 mesi…mai sentito niente di simile, commovente!
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