Un piccolo miracolo di fiducia e speranza che porta ad aspettare per questa ultima porzione del vigneto più alto tra quelli di proprietà di Isabella addirittura il 25 Novembre con le uve sui grappoli. Uve sane, vitali, appena raggrinzite ma ancora lì ad accumulare freschezza, montagna, succulenta e trarre dal terreno la sua forza e struttura. Il risultato non è scontato in questi casi perché con appassimenti e surmaturazioni l’eccesso è sempre dietro l’angolo. Non qui perché la mano felice, la scelta di legno adatto (botti grandi di Allier) e l’affinamento portano ad un equilibrio incredibile tra terroir valtellinese e capacità dell’uomo di dargli forma. Frutto pieno, maturo, marasca, ciliegia, mirtillo ma anche tutte le spezie che ci fanno amare queste terrazze tra cardamomo, liquirizia, anice e quella sottile mineralità di montagna che richiede solo un attimo di più per rivelarsi perché in parte coperta dalla grande componente fruttata. Ma in realtà nessuna delle due componenti prevale e si assaggia un piccolo grande prodigio fatto di amore per la terra, genius lochi e benevolenza del clima di una stagione quasi irripetibile.
http://youtu.be/r73qrj97KIY