Siamo a Mercurey nella Cote Chalonnaise appena un passo fuori dalla Borgogna più nota ma terra ricca di soddisfazioni per chi sa cercare grandi vini a prezzo intrigante. Mercurey vuol dire 650 ettari di vigneti tra i 230 e i 320 metri sopra marne e marne calcaree con argille del periodo Oxfordiano. In alcune zone emergono rocce del giurassico con ciottoli molto evidenti. Il domaine nasce nel 1770 e da allora la famiglia Tupinier non ha mai smesso di investire nel mondo del vino. L’ultimo passaggio famigliare importante risale al 1977 quando Manu Batista, ex rugbysta e personaggione in tutti i senti, ha preso il posto del padrino Jaques Tupinier che ha portato in azienda modernità pur nel rispetto della tradizione.
Dal 2016 operano nella nuovissima cantina interrata scavata nella roccia. Nei loro 11 ettari si ricerca ogni anno freschezza e frutto di eleganza e livello. Il Clos du roy nasce da suolo argillo limoso da vigne di 30-40 anni di età per mezzo ettaro totale. Solo 2400 bottiglie ogni anno. Macerazione a freddo e fermentazioni lente per non bruciare aromi del pinot noir.
Il vino ha note aromatiche e cromatiche dense e ricche con una forza notevole che merita l’attesa nel bicchiere e in bottiglia. Bel rosso intenso e lampante, grande frutto di bosco con note di alloro e mirto, tracce verdi appena accennate, tono selvatico ed energia, estrazione piuttosto energica e profonda, legno in compenso poco evidente, un’idea di bergamotto e tabacco, amarene e fragole poi mirtillo e ribes nero e spezie scure ben dosate con tocchi di tabacco ed ebanisteria. Energia e forza che lo portano ad abbinarsi bene a carni di buona intensità e speziatura. Bel tannino ed energia, ricorda territori scuri ed energici note scure e selvatiche. Esuberanza giovanile ben contrastata da note dure ed irruenza.
Da noi su Stracci Pasta Fabbri con cinghiale è andato benissimo, cresce molto nel bicchiere nel tempo la speziatura e i toni fumè intriganti che il ginepro e altri elementi nel piatto gestiscono molto bene.