Annata difficile ma perfetta per tirar fuori da un bianco il vero carattere. Ancora di più se si parla di Trebbiano, un’uva che deve ancora dimostrare tutto il suo potenziale soprattutto in Toscana. Questo vino è anche un esempio di biodinamica al servizio della riscoperta del varietale, che secondo il produttore Sergio Falzari, nel trebbiano toscano, è la nota di glicine: in effetti ben presente, assieme ad altre note floreali di campo e frutta tra mela golden, mirabelle e toni più speziati di miele e lieve affumicatura. La bocca tocca il cuore e affascina con note idrocarburiche che si presentano a ondate, inframezzandosi sul bel frutto e ritmo dato dalla sapidità. Un vino insospettabilmente fresco che si abbina a molte preparazioni ma anche a bersi a se’ per stare senza pensieri.