Alzi la mano chi ancora sopporta le sperimentazioni in anfora fatte ogni dove e spesso senza logica alcuna… Ecco come mi pareva c’è molto scetticismo sulla materia dovuto soprattutto a vini molto approssimativi e in cui la macerazione e l’affinamento facevano sì che la tecnica annullasse il terroir nè più nè meno di come lo faceva la barrique dieci anni fa. Per dirimere i dubbi sulla questione e soprattutto assaggiare vini molto validi e fatti con una certa logica, segnalo l’interessante giornata evento degustazione di sabato 22 giugno all’Impruneta dalle 11 in poi con una decina di vini affinati in terracotta e anche birra.Qui tutti i dettagli dell’evento e le aziende, molto interessanti ed esperte, coinvolte.
Un bravo a Leonardo Parisi di Artenova che costruisce le giare per l’affinamento e vinificazione e a Francesco Bartoletti per essersi messo a disposizione per la sperimentazione e per spiegare l’iniziativa dal punto di vista tecnico, di certo utile per capirci di più su un tema dove finora c’era tanto pressappochismo!
Un binomio che racconta una storia diversa che nasce da lontano e una scelta stilistica unica: vino e terracotta, due elementi che insieme ripropongono una delle più antiche tecniche di conservazione del vino nella storia dell’uomo. Una scelta che è stata fatta propria dalla fornace Artenova di Leonardo Parisi a Impruneta la quale per approfondire il possibile rapporto tra la terracotta di Impruneta e il vino – unica azienda produttrice di terrecotte in Italia a farlo – da qualche anno mette in produzione contenitori altamente professionali realizzati interamente a mano con la tecnica detta “a lucignolo”. Per presentare agli esperti del settore questo straordinario binomio che ha già molti vini sul mercato, in Italia e all’estero,
Sabato 22 giugno “Artenova” organizza all’interno della fornace, nei locali ricchi di storia e di lavoro a Impruneta, la giornata-evento dal titolo “La Terracotta e il vino”. Si tratta di una degustazione guidata di vini affinati in giare di terracotta, contenitori artigianali finalizzati a una lavorazione professionale delle uve grazie anche alla consulenza di esperti. Tra produttori di vino e giornalisti di settore, sabato 22 in fornace ci saranno persone qualificate, provenienti dalla Toscana come da altre regioni e da fuori i confini nazionali. La giornata vuole essere un momento di scambio di esperienze e di opinioni per chi crede che tra la tradizione vitinicola e quella della terracotta di Impruneta possa esserci un legame profondo.
I due momenti clou della giornata saranno la mattina e il primo pomeriggio. La mattina si terrà la degustazione guidata su invito coordinata da Francesco Bartoletti, l’enologo consulente nonché componente dal ’98 del Gruppo Matura che ha seguito anche la fase sperimentale di vinificazione nelle giare e la realizzazione del progetto “La Terracotta e il vino”di “Artenova”. I vini da degustare saranno in tutto nove, tre bianchi e sei rossi. Ciascun produttore spiegherà il suo vino, illustrandone le caratteristiche e guidando la degustazione. Tutto ciò mentre all’interno della fornace si darà la possibilità agli invitati di seguire le fasi salienti della lavorazione di una giara in terracotta. A conclusione della degustazione Luigi Armanino, neolaureato, esporrà in sintesi la sua tesi sulla vinificazione comparativa dell’affinamento del Barbera d’Asti in botti di legno e in terracotta. Chiuderà la mattinata il pranzo in fornace con tutti gli invitati
alla degustazione. “Faremo un confronto tra vini provenienti da uve diverse ma tutti lavorati e affinati nella terracotta e poi imbottigliati. Stiamo parlando infatti – spiega l’enologo Francesco Bartoletti – di vini già presenti sul mercato. Non ci saranno affinamenti misti, assaggeremo, cioè, prodotti esclusivamente elaborati in giare di terracotta”.
L’evento proseguirà nel primo pomeriggio con un’altra specialità, la birra etrusca dell’azienda abruzzese “Birra del Borgo”. Alla degustazione dei vini con il bancone d’assaggio, si accompagnerà la degustazione di questa speciale birra fermentata in giare di terracotta che ripropone, sotto la guida esperta di un archeologo molecolare, il metodo di fare birra utilizzato 3000 anni fa.
“Attraverso questa giornata – sottolinea Bartoletti – racconteremo una storia in più. La terracotta ha una straordinaria capacità di isolamento termico. Il rivestimento interno della giara con un prodotto naturale come la cera d’api consente l’isolamento del vino dal contatto con la terra e una buona ossigenazione.
Ma ci sono altre scelte che possono variare il modo in cui si comporta la giara legate, per esempio, all’assenza di un rivestimento interno come nel caso del vino a contatto diretto con la terra che permette un’ossigenazione naturale maggiore. Fra l’altro la terracotta di Impruneta, grazie alle sue speciali e oramai famose caratteristiche chimico-fisiche, oltre a permettere una perfetta conservazione del vino, è un contenitore di vinificazione eterno”. A questo progetto ha creduto la fornace “Artenova” che con una
sperimentazione iniziata per caso e grazie alla disponibilità di qualche amico produttore di vino, ha datomvita a una tecnica che ha varcato i confini nazionali: compratori arrivano anche dall’Australia, come “Trofeo Estate Pty Ldt” di Victoria, ma anche dalla California, dalla Nuova Zelanda e in Europa da Ungheria, Austria e Svizzera. Fra le aziende che nel Chianti e in Italia utilizzano giare prodotte da “Artenova” c’è “Castello
dei Rampolla” di Panzano in Chianti, la “Tenuta Casadei” di Pontassieve, i “Fratelli Barba” di Roseto degli Abruzzi, la “Cantina Santadi” a Santadi in Sardegna. E c’è anche un nome legato alla birra, la “Birra del Borgo” di Rieti. Merito delle capacità creative e imprenditoriali di un’azienda come “Artenova” che ha saputo mettersi in gioco rinnovandosi e merito anche delle straordinarie caratteristiche di una terra unica e inimitabile come quella di Impruneta.