Anche non volendo rammentare la struggente meraviglia del Giardino di Tarocchi di Niki de Saint Phalle, le suggestioni non mancano di certo attorno a Capalbio, questo borgo turrito collinare che nei secoli ha visto ai suoi piedi passare tanta storia maremmana, con un momento di gloria a cavallo del 1500 sotto Siena e, in parte, Firenze dopo essere stata sotto Orvieto e lo stato dei Presidi. Seguono secoli di abbandono e di poca ribalta, almeno fino al secondo dopoguerra quando l’Ente Maremma bonifica le paludi che giacevano sotto il borgo e le ridistribuisce ai contadini e alle loro famiglie in appezzamenti che comprendevano una colonica e circa 10 ettari di terreno da coltivare. Coltivazione familiare che dura fino al boom turistico dagli anni ’80 in poi quando Capalbio fu scelta come meta d’elezione per l’intellighenzia di sinistra dagli anni 80 all’epoca di Achille Occhetto. Tanti i contadini che si affrettarono allora a vendere le proprie case e terreni ai romani benestanti che cercavano un angolo bucolico in Toscana (ma ad un ora e 15′ da Roma) che permettesse di partecipare alla vita culturale e politica che si svolgeva attorno alla “Piccola Atene” e godere al contempo del paesaggio, del clima mite e di un mare incontaminato in cui si specchia l’Argentario e su cui si affacciano aree faunistiche e botaniche protette di struggente mediterranea bellezza.
Oggi Capalbio è uno dei terroir del vino più intriganti e promettenti anche per la presenza di realtà come Tenuta Monteti che sorge proprio nella famosa casa del “bacio” di Occhetto con Aureliana Alberici nel 1988.
La Tenuta è guidata da Javier Pedrazzini che dopo una lunga carriera consolare per la natìa Argentina ha deciso di realizzare qui questa piccola grande cantina – giardino assieme alla moglie Eva Baratta.
Avvalendosi del meglio sulla piazza in termini di agronomi ed enologi, Javier ha avviato da tempo un lavoro per far entrare questo territorio nei bicchieri sotto forma di grande sapidità, note mediterranee e balsamiche costanti e frutto molto vivace che si mantiene bene in bocca anche nel tempo con una freschezza di assaggio sorprendente.
Monteti è posta di fronte alla cima omonima più alta della zona, con influenze dall’Amiata e col mare più lontano. Grandi massi nel sottosuolo, petit verdot (50%) più cabernet franc, cabernet sauvignon; ha naso bello e sfaccettato di oliva tostata, peperone grigliato e anice, mirtillo e mora di gelso, bocca ariosa con finale balsamico e saporito.
Due i vini in produzione, il Monteti “grand vin” aziendale e il più fresco e vicace Caburnio che pure è capace di exploit di longevità insospettabili.
Tenuta Monteti (Strada della Sgrilla 6, Capalbio (GR)
Monteti 2010 Igt Toscana
Monteti 2008 Igt Toscana
Caburnio 2010 Igt Toscana
Caburnio 2009 IGt Toscana