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Biondi Santi 2011 Brunello di Montalcino Tenuta Greppo

Annata intensa e canicolare ma che alla lunga si è rilevata di ottimo spessore e qualità, la 2011 in casa Biondi Santi ha visto nascere anche la Riserva, segno inequivocabile che Franco Biondi Santi la reputava di interesse notevole. Oggi è un vino in fase rilassata dolce e compassata a livello tannico con quella serenità che i vini del Greppo raggiungono in un paio di lustri dopo la vendemmi e mantengono agevolmente per decenni.

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Baron’Ugo 2018 Toscana IGT Monteraponi

Il fuoriclasse raddese di Michele Braganti non tradisce le aspettative in una 2018 di eleganza e finezza per ora imbrigliate in un lungo affinamento in botte che dura tuttora e infatti il campione assaggiato è un anteprima da botte. Ma la stoffa e la nota pulsante di grandissimo frutto è nitida e portante in questa splendida bevuta. Nota già al naso salina e fitta di bergamotto , pepe nero, amarene e visciole , sferzante l’acidità e la freschezza su floreale viola che impressiona e seduce in bocca.

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Le Serre Nuove dell’Ornellaia Bolgheri DOC 2019

Il second vin della Tenuta dell’Ornellaia è una diversa interpretazione del territorio boglherese e dei vigneti della tenuta dove il merlot sale in cattedra (54%) in maniera sontuosa e ricercata con un riecheggio di stilemi propri di Masseto e al contempo mantenendo struttura ed eleganza di Ornellaia. La dimensione oggi di LE Serre Nuova è più che mai quella della ricercatezza e intensità ma non scevra da freschezza piccante e sottigliezze tanniche. Naso con note di cassis, mirtillo, more in confettura, elicriso e macchia mediterranea si integrano perfettamente con note tostate e di ebanisteria nobile benissimo tratteggiate. Bocca con ritorni balsamici di resine ed eucalipto, bella la sensazione tannica che interpreta benissimo l’annata 2019.

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Champagne Henriot Brut Souverain

La cuvèe di ingresso di Henriot sorprende sempre per la sua grande completezza e luminosa personalità messa ancora più in evidenza con l’abbinamento con i crostoni cavolo nero e cinta senese, capaci di scatenare una bella esaltazione di umami sinergico. Non lesina sul dosaggio (8gr/lt) in questa edizione basata sulla ricca vendemmia 2015 e degorgiata a nov 2019 cui sono stati aggiunti oltre il 30% di vin de reserve di cui lo chardonnay in perpetua da tre grand cru. Il nome Souverain deriva dal fatto che Henriot era fornitore della corte d’Olanda e poi dell’impero austroungarico. Echi dell’impero di sentono nei colori e nella intensità, tono dorato e ricco, sapido, salino, agrumato, felice, allegro e senapato. Ancora zenzero e curry, opulento, ricco ma grande acidità e capacità di incalzare il palato, lunghezza e personalità fitta e pepata, incalzante la bollicina.

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Cepparello 2018 Toscana IGT Isole e Olena

Isole e Olena è una delle aziende di riferimento di tutto il Chianti Classico ogni anno propone un concentrato di energia sangiovese a partire da questo monumentale IGT Cepparello che ormai da decine di anni si conferma tra i più ispirati. Il terroir è quello di San Donato in Poggio dove potenza ed eleganza si fondono se guidati da mano sicura e precisa come quella di Paolo de Marchi.

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SuiSogni 2019 Casa Gori Toscana IGT

Da piena un vino che fa sognare gli appassionati del sangiovese sicuri di aver trovato un’altra azienda capace di esaltarlo come si deve. Persone appassionate e umili e genuini amanti del territorio dove si sono trasferiti, la famiglia Gori si occupa di birra, formaggi e allevamento con la stessa passione che ci mette nel vino e si sente eccome.

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Belcolle Barbaresco DOCG Pajorè 2019

01Dal comune di Treiso arriva questa cru importante di Barbaresco disposto su 4,1 ettari per un altitudine che va da 190 a 350 metri sopra un terreno di marne calcaree e argilla, conosciuto grazie a Giovanni Moresco e le sue vinificazioni in purezza a partire dal 1967. Il vigneto è noto per produrre vini con tannino ben delineato, strutturati ed eleganti, con finezza ed eleganza che colpiscono più di potenza. Non fa eccezione questo Pajorè con note distintive e intense, calde e dolci di lavanda, viola candita, mughetto, fragole, lamponi, albicocca, pepe nero, melograno più un corredo speziato che va oltre i classici fino a lambire le spezie orientali tra cardamomo e ambra.

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Madonna delle Grazie 2017 Brunello di Montalcino Il Marroneto

Il Madonna delle Grazie di Alessandro Mori è ormai un fuoriclasse di livello assoluto non solo per sangiovese e Montalcino ma per il mondo in genere e che ormai riesce a ripetersi su livelli elevatissimi praticamente ogni anno anche in annate come la 2017 ostiche e complicate per chiunque cerchi eleganza e nitidezza. Il versante nord lo tiene a riparo da eccessi calorici ma in realtà serve mano ferma e lucidità in cantina per non perdere di vista la finezza in annate come questa.

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Benefizio Pomino Bianco DOC Frescobaldi 2020

Uno dei vini bianchi più gloriosi a vita nuova restituito con le ultime annate si presenta davvero scintillante nel bicchiere. Beneficio Pomino è erede di quel mitico vino che Leonia Albini portò in trionfo a Parigi nel 1878 e ha recepito la lezione di piacevolezza e sapidità degli ultimi anni: è scattante già dal naso agrumato al naso con tanti rimandi floreali tra gelsomino narciso fior d’arancia e muschio bianco ma è in bocca che sorprende davvero tra note nocciolate, lievemente burrose e sapide che abbinano alla grande la farinata con brodo di testina di cinghiale di Paolo Gori. Ma in genere con tanti abbinamenti di mare importanti e anche di terra se la cava come vini molto più nordici e blasonati.

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La cucina del cinghiale dall’antipasto al dolce

Paolo Gori racconta il cinghiale alla quinta ovvero cinque modi di usare il cinghiale in cucina e volendo anche per un pasto completo dall’antipasto al dolce. Si parte con il prosciutto abbinato a carciofi sott’olio  e un grande vino rosa quindi si passa alla farinata gialla versione rinforzata con brodo con testina del cinghiale. Come primo le tagliatelle con il sugo del Cinghiale in umido (senza macinatura ma tenuto grossolano). Quindi si arriva al piatto principale ovvero il Cinghiale in Dolce e Forte e infine la schiacciata alla fiorentina preparata con lo strutto del cinghiale stesso.

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