Di certo la 2016 è stata l’annata migliore di tutto il decennio degli anni ’10, e si sente nell’equilibrio e l’ integrità eccezionali di questo Montevertine che prometteva grandi cose e le sta mantenendo. Nel bicchiere si avverte oggi un esordio suadente con nota scura di mirtillo e prugna, ribes nero, frutto sottile su tappeto aromatico e balsamico intrigante su lavanda, timo, mentuccia, elicriso e macchia quasi mediterranea, non così consueta su questo vino. (altro…)
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L’Aja Bruciata Vermentino Maremma DOC 2022 Andrea Zingarelli
Un progetto ambizioso questo di Andrea Zingarelli di produrre un grande vermentino di alto lignaggio e capace di sfidare il tempo dalle tenute maremmane di Rocca della Macìe. Il progetto si inserisce a pieno nella svolta di questa azienda verso la qualità intrapresa negli anni 2000 e lo fa dedicando attenzione e profondità ad un vitigno troppo spesso usato in Toscana per vini ruffiani da spiaggia o poco più. Qui invece, complice il suolo (una vigna di 5 ettari su suoli di tessitura franco sabbiosa, con la presenza di arenarie quarzose) il microclima e l’uso francese delle fecce fini a lungo portano ad un vino elegante e distinto che si fa ricordare.
Pakravan Papi Cancellaia Igt Toscana 2019
Il fascino di Bordeaux risuona forte in questo vino pensato per esaltare la freschezza delle colline di Riparbella ed esaltare al contempo il frutto che queste uve possono dare sulla costa Toscana. Naso in effetti sontuoso e voluttuoso, mirtillo, ribes rosso e nero, spezia e menta, olive in tapenade. Il sorso è acceso e voluttuoso, con bei toni dolci ma ben contrastati al palato.
Montevertine IGT Toscana 2019
Annata bellissima e con poche discussioni per la Toscana e il Chianti Classico e anche per il Montevertine, nel bicchiere oggi è vino prodigioso e di una immediatezza quasi disarmante. Viola, ribes rosso, ciliegia, arancio e iris con un sottofondo di energia e dinamica pazzesche. Nel retrolfatto si affacciano amarene e marasche, olive, sandalo.
Pakravan Papi Serra de’ Cocci Igt Toscana 2021 chardonnay
Lo spunto secondo Leopoldo Papi era il Mersault della Francia, terra di origine della madre e punto di ispirazione per produrre uno chardonnay toscano nell’animo ma appunto borgognone per riferimento stilistico. Qui l’operazione a Pakravan Papi riesce piuttosto bene con il terroir di Riparbella che esalta vitigno e microclima fresco a dare note intense di gelsomino, pesca, mandorle , ribes bianco, canfora anice, rosmarino.
Lanfora Grignolino d’Asti Doc 2021 Montalbera
“Vino anarchico testabalorda” lo definiva Veronelli, e Gianni Agnelli lo beve mischiato allo champagne come aperitivo estivo. Oggi il grignolino dopo anni di difficoltà esecutive e di posizionamento di mercato pare aver centrato il punto e fatto breccia nei bicchieri degli appassionati di vino piemontese e non solo. Questa edizione 2021 di Monoalbero usa l’anfora per ammorbidire il tratto tannico spesso eccessivo e allargare la componente aromatica, riuscendoci benissimo. Note di rosa, mirtillo, melograno, lamponi in confettura, terrosità piacevole e sorso mai banale con note immediate godibili e altre più ricercate compreso pepe nero, liquirizia e cuoio e vena eterea molto pronunciata.
Venerdi 15 Marzo i cru di Rocca delle Macìe tra Maremma e Chianti Classico in trattoria
Montevertine IGT Toscana 2002
Montevertine 2002 inteso come vino fondante aziendale fu l’unico vino prodotto in quell’annata storta che fu la piovosissima 2002 che vide confluire nel Montevertine tutte le migliori uve aziendali comprese quelle del Pergole Torte e fu affinato in barrique perchè “libere” dal vino principe aziendale. Questa operazione fu ripetuta anche nel 2005 ma con più tranquillità e preparazione. Qui all’epoca ci fu invece da inventarsi un vino diverso e oggi possiamo dire che l’operazione riuscì davvero alla grande.
Il mio Nudo Langhe DOC Chardonnay 2022 Montalbera
Dai vigneti delle Langhe di proprietà di Montalbera arriva questo classicissimo chardonnay di buona complessità e grande piglio fruttato accattivante. Al naso lieve tropicale, tanto agrume e quel mix di burrosità e affumicato che stuzzica l’immaginazione quanto basta da renderlo un piacevole aperitivo ma anche capace di reggere carni anche importanti, il passaggio in legno fa il suo dovere allargando la sua gamma di aromi, irrobustendolo senza appesantire.
La storia del Montevertine
Martino Manetti racconta nel video catturato durante la verticale in Trattoria come nasce Montevertine di Montevertine. Un vino spesso difficile da inquadrare stretto come è tra l’immediatezza del Pian del Ciampolo e la sontuosità elegante di Pergole Torte. IN realtà si tratta del vino fondante dell’azienda perchè rappresenta l’evoluzione del Chianti Classico originariamente prodotto dal 1972 fino al 1982 quando è diventato Montevertine Riserva, impropriamente etichettato così ovviamente da Sergio Manetti. E’ quindi il vino tradizionale prodotto ininterrotamente nella fattoria fin dall’inizio, cambiato negli anni perchè dapprima era fatto da vigneti più vicini alla fattoria poi piano piano vigne più giovani o di seconda selezione del Pergole.