Un giovane talento Davide Moreau che dopo una serie di belle esperienze in altre cantine, nel suo domaine di famiglia è già in grado di far vedere cosa vale con i suoi vini di Santenay con il vino di ingresso che beneficia della grande annata e soddisfa appieno con la sua eleganza. Giancarlo Marino ce lo racconta con il suo inimitabile stile e profonda conoscenza della materia.
pinot nero
Domaine Chevillon – Nuits St. Georges 1er Cru Les Cailles 2014
Un première cru di notevole importanza per Domaine Chevillon tra i tanti vinificati separatamente nel Domaine a Nuit St Georges. In particolare Les Cailles (il cui nome deriva dalla radice di “sasso” e non di quaglia come si potrebbe pensare) e si trova a metà strada tra Corton e St Georges. Denis e Bertrand al comando del Domaine da qualche anno vinificano uve per più di 13 ettari nel comune e sono capaci di dar voce alle diverse sfumature nella AOC. Non fa eccezione questo Les Cailles, tra i tre vigneti migliori della denominazione, che con i suoi terreni ricchi di argille rosse, su rocce calcaree di età antica, dona ai vini che qui nascono potenza ed estrazione ma sempre e soprattutto finezza .
David Moreau – Santenay rouge Cuvee “S” 2015
Un giovane di belle speranze che sta diventando una grande realtà borgognotta degno erede della tradizione di famiglia, ecco chi è oggi David Moreau diplomatosi solo nel 2009 ma già in grado di muoversi alla grande tra i filari di pinot nero e chardonnay per le proficue esperienze fatte in giro per famosi domaine della Borgogna e del Rodano, Romanèe Conti compreso. Grande rispetto per la vigna e l’uomo e l’ambiente, grappoli perfetti e selezionati che arrivano in cantina e macerazioni controllate continuamente per una estrazione sempre millimetrica. Questo Santenay “S” è dedicato ai nonni nasce dalla parcella storica al centro del villaggio ovvero Les Cornières, in pratica un premiere cru.
Domaine Chevillon – Nuits St. Georges 1er Cru Les Chaignots 2014
Famoso per i suoi vini ricchi concentrati e dal piglio selvatico ma sempre ammantato di eleganza, i vini di Nuits St. Georges sono sempre ad un passo dal rango di Grand Cru ma spesso rispetto a questo risultano ancora più accessibili e godibili. Il Domaine Chevillon esplora con i suoi vini gran parte di questa village dagli inizi del 1900. Oggi sono Denis e Bertrand che sono in cabina di regia del Domaine che vinifica uve per più di 13 ettari. Questo Les Chaignots proviene dalla zona nord del vigneto di Nuit St Georges con esposizione classica est, altezza 280 mt e da quasi 6 ettari di superficie con una pendenza media dell’14% molto impervio.
Voltumna Zeno Toscana IGT 2015
Il vino più conosciuto di Voltumna è questo “Zeno”, nato nel 2010 per voler unire sangiovese e pinot nero vinificati separatamente. Ma il risultato non era molto convincente e quindi Marzio ha pensato di invece di operare un taglio a livello di vino di cominciare ben da prima a unire le due varietà in maniera sinergica. Utilizzando la differenza di età di maturazione delle due uve si decide di vendemmiare il pinot nero nel suo momento (in genere fine agosto, quasi un mese prima del sangiovese). A fine fermentazione del pinot nero si raccoglie sangiovese in leggero anticipo su maturazione completa e lo si fa partire nel pinot nero a fine fermentazione.
Domaine Ragot – Givry rouge 1er cru La Grand Berge 2015
Dal 1760 a Mercurey poi passati con la sede a Givry un centinaio di anni dopo, il Domaine Ragot passa dal fondatore Gabriel Ragot fino all’ultima generazione con Nicolas e il padre Jean Paul a lavorare insieme sulle orme della tradizione famigliare. Vigneti solo su Givry, il vino preferito di re Enrico IV 1553-1610, per un totale di 9 ettari di cui i tre quarti hanno più di quarant’anni di età. La Grande Berge deriva da 2 ettari con età media sui 30 anni con suolo calcareo derivante dalla rottura delle argille giurassiche e limo argillose. Per la sua vinificazione si impiegano quindici giorni di macerazione con macerazione a freddo per i 6 giorni prima della fermentazione.
Leonia – Pomino Brut Pomino Spumante Bianco DOC 2014
Sergio di Loreto racconta la storia di Leonia degli Albizi, la storica donna che ha dato nome all’ultimo metodo classico di casa Frescobaldi, una storia che intreccia Italia e Francia fin dal 1855, anno in cui Leonia portò a Pomino chardonnay pinot nero e altre uve francesi. Il suo sogno può dirsi realizzato oggi con questo metodo classico da 32 mesi sui lieviti con una colore intenso e ammaliante, un naso ricco di sfaccettature dal pompelmo ai fiori bianchi di tiglio robinia e biancospino fino alle note di cedro candito e arancio il tutto sottolineato da note burrose e di lievio e pane tostato grazie alla lunga permanenza sui lieviti.
Marc Roy – Gevrey Chambertin Vielles Vignes 2015
Un piccolo domaine a gestione femminile dal 2003 quando Alexandrine Roy, energica motociclista e circondata da gatti ben pasciuti, sale nella cabina di comando del Domaine alla sua quarta generazione. Energia e passione si sentono nei vari vini del domaine e i risultati si sentono grazie soprattutto all’estrema selezione in vigna e in cantina dei grappoli. Fermentazioni brevi e poi 12 mesi di legno di cui solo 20-30% nuovo. Siamo nell’appelation più famosa e ricca di tutta la Borgogna con 9 grand cru tutti attorno al mito Chambertin ma si può dire che ogni grappoli in questo comune non sia banale. Per questo vino, in pratica un premier cru quasi “grand” aziendale che riassume i vari climat del village, troviamo il risultato di grappoli provenienti da 10 diversi lieux-dits (tra cui La Justice, Les Crais, Murot, Seuvrée e Carougeot) distribuiti in tutto il village, vigne tra i 50 e i 70 anni d’età.
La Cinta Senese, storia e presente della Cucina Toscana a #FuoridiTaste 2018
Ogni anno ormai da sei anni mettiamo alla prova Paolo Gori in cucina con le carni di Cinta Senese di Renieri Salumi e ogni anno impariamo qualcosa di più… Dal Medioevo ad oggi, abbiamo ascoltato Emanuele Biotti raccontarci una storia toscana di gusto e convinzione portata avanti da Renieri di Poggibonsi e i loro allevamenti allo stato semibrado e Paolo Gori parlarci di come cucinare questa carne prelibata e prestigiosa.
Tupinier Bautista – Mercurey rouge 1er cru Clos Du Roy 2016
Siamo a Mercurey nella Cote Chalonnaise appena un passo fuori dalla Borgogna più nota ma terra ricca di soddisfazioni per chi sa cercare grandi vini a prezzo intrigante. Mercurey vuol dire 650 ettari di vigneti tra i 230 e i 320 metri sopra marne e marne calcaree con argille del periodo Oxfordiano. In alcune zone emergono rocce del giurassico con ciottoli molto evidenti. Il domaine nasce nel 1770 e da allora la famiglia Tupinier non ha mai smesso di investire nel mondo del vino. L’ultimo passaggio famigliare importante risale al 1977 quando Manu Batista, ex rugbysta e personaggione in tutti i senti, ha preso il posto del padrino Jaques Tupinier che ha portato in azienda modernità pur nel rispetto della tradizione.