piemonte
Colombaio Bianco Toscana IGT 2019 Il Colombaio di Cencio
La famiglia Farinetti entra in Chianti Classico in punta di piedi e per il bianco punta sulla tradizione di trebbiano e malvasia con piccole aggiunte di chardonnay pinot bianco e sauvignon che erano presenti in azienda dagli anni ’90. Il risultato è un vino sapido e carnoso con grandi profumi di fiori di campo, sambuco, ginestra, rosa gialla, elicriso e tocchi speziati solo appena burrosi.
Freisa Langhe DOC Borgogno 2016
La Freisa è davvero la madre dell’enologia piemontese! Il nebbiolo nasce proprio da un incrocio della freisa con un vitigno ancora non ben identificato, Borgogno la vinifica in cemento e acciaio, 20 giorni sotto cappello sommerso poi un anno di rovere grande.
Barolo Borgogno DOCG 2015
L’etichetta principale di Borgogno resta sempre il Barolo assemblaggio, un vino che unisce i vari vigneti in una sintesi precisa del millesimo e nel segno della piacevolezza quasi quotidiana. Al naso arriva subito rosa, melograno fragola e frutta di bosco, pomodoro confit in un contesto balsamico che penetra al naso in maniera profonda e dolce.
Futuro Igt Toscana 2017 Il Colombaio di Cencio
Un vino intrigante e fantastico da servire: quando mai ti capita di servire un assaggio di Futuro? In realtà è più un ritorno al futuro perchè è un ritorno agli anni 90 con la formula di Carbernet Merlot e Cabernet Franc cui Farinetti aggiunge un tocco di petit verdot, quell’1% portafortuna a Bordeaux che si rivela la ciliegina sulla torta di questo vino.
L’appetito di Serena Guidobaldi in trattoria, i video della serata
Lo scorso venerdi 16 ottobre abbiamo tenuto una serata dedicata alla giornata mondiale della alimentazione della FAO e noi andiamo in scena con Serena Guidobaldi e il suo libro su L’Appetito o meglio la fame della Parigi e Roma tra 1700 e 1800, appassionante saggio che si legge come un romanzo e viceversa. Insieme a lei piatti di Paolo Gori tra avanzi e vezzi gourmet piemontesi e toscani e i vini di Andrea Farinetti tra Borgogno e Colombaio di Cencio nel Chianti Classico.
Dolcetto Lodoli Ca’ del Baio 2017
Paola Grasso di Ca’ del Baio ci racconta in trattoria durante la serata del bollito misto di questo vino di casa dei piemontesi ovvero il dolcetto che per eccellenza sottolinea i momenti conviviali e famigliari in questa regione. NEgli ultimi anni è forse il vitigno che ha più sofferto in regione per via del riscaldamento climatico e della gradazione media sempre più elevata ma oggi molti produttori hanno imparato a gestirlo come dimostra questo campione di freschezza e agilità con frutto molto bello, tannino lievissimo (lo si può servire anche leggermente fresco senza rovinarlo, anzi) e una danza quasi al palato tra frutta di bosco e sensazioni appena speziate e piccanti.
Barbaresco Asili Ca’ del Baio 2010 in magnum
Asili è il vigneto più famoso e importante del Barbaresco DOCG e la famiglia Grasso ha sempre vinificato separatamente queste uve a dare il loro vino più pregiato e raro. Un cru di potenza ed energia con esposizione perfetta e marne che esaltano tannino ed energia del nebbiolo senza incrinare la sua tendenza all’eleganza. La 2010 è annata classica ed eccellente con frutto ricco pieno e maturo e corredo tannico intricato e di soddisfazione. Questa magnum mostra un vino in stato di grazia con naso di rosa passita, poutpourry floreale, incenso, lavanda, noce di cola, cenni di goudron ma anche tantissimo frutto come fragole e mirtilli in confettura e poi ginepro, alloro, menta.
Anas-cëtta DOC 2018 Elvio Cogno
Una antica uva piemontese propria del comune di Novello che grazie ad Elvio Cogno è rinata e dal 1994 rappresenta il bianco più intrigante della casa. Se risaliamo indietro nel tempo si parla appunto di “Nascetta” dalla seconda metà dell’Ottocento e non ci sono dati precisi sulla sua ampelografica e filogenetica ma di certo è un vitigno bianco di origine mediterranea vicina al vermentino.
Chardonnay Sermine Langhe Ca’ del Baio 2016
Valentina Grasso ha fatto l’ultima vendemmia (2019) in Borgogna e si è confrontata con il grande chardonnay di riferimento mondiale ma in Piemonte, e questo vino o lo dimostra alla grande, questo vitigno si esprime sempre con grazia e finezza. Vinificazione in legno e malolattica, il giusto tempo in legno e bottiglia ed ecco un bel mix di note di agrumi e fiori tra gelsomino e zagara poi tocco di vaniglia e boisèe e tanto frutto giallo e bianco.