nebbiolo

I segreti della carne Calvana

La meraviglia della carne di razza Calvana del salumificio Mannori è stata apprezzata nei tagli di carne predisposte per il gran bollito misto della Trattoria da Burde lo scorso venerdì ma non è l’unico impiego dove la Calvana da il suo meglio. Sue Ellen ci racconta l’attività di famiglia e le particolarità della carne calvana che ogni giorno potete assaggiare nel peposo in trattoria.

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Barolo Lecinquevigne Docg 2013 Damilano

La storica tradizione dell’assemblaggio per ottenere ogni anno il miglior Barolo rivive nel Lecinquevigne di Damilano che vedono confluire nel blend cinque vigne da quattro diversi comuni langaroli. I vigneti sono il Castellero (Barolo), La Cavourrina (Grinzane Cavour), Ravera (Novello), Bussia (Monforte) e Le Coste (Barolo), tutti cru di importanza notevole che sono in grado di sfornare vini monovigna di spessore e profondità.

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Nebbiolo Marghe Langhe Doc 2015

Un classico della tavola piemontese per chi non sa rinunciare al nebbiolo da tutti i giorni e tutti i momenti. Naso che invoglia e allarga da note di rose e incenso a quelle di frutta rossa in confettura e fresca, spezie e pepatura ben dosata che preludono ad un sorso imponente che invece (per fortuna) si risolve in una bocca agile e squillante capace di ben abbinarsi a tanti cibi diversi senza mai sopraffare quello che si ha nel piatto.

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Arrivano i Roero Days! a Milano domenica 26 e lunedi 27 per scoprire un grande nebbiolo e un “arneis” che vi sorprenderà!

Non solo perchè sarò personalmente coinvolto (con la tavola rotonda della domenica pomeriggio) ma anche perchè si tratta di un format innovativo e stimolante di presentazione di un territorio, non posso non segnalarvi che il prossimo fine settimana a Milano andrà in scena la seconda edizione dei Roero Days che dopo il successo della prima edizione dei Roero Days (che si è svolta lo scorso anno presso la Reggia di Venaria Reale)  arriva quest’anno a Milano nel bellissimo e funzionale Museo dei Navigli.

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Barolo Cannubi 2011 L’Astemia Pentita

Dalla collinetta più celebre di tutto il vino italiano un vino che sfida la storia a livello di bottiglia e di cantina ma che ci rimane inderogabilmente legato a livello di gusto e aromi. Ed è un vero piacere sentire nel bicchiere le rose, la frutta rossa di lampone e ribes, le note spezzate di cardamomo e bergamotto, i tocchi di incenso e quell’incedere solenne che solo Cannubi sa dare senza scadere in pesantezza.

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Dinamico Vino rosso piemontese L’Astemia Pentita

Un vino che ha fatto discutere prima ancora che se ne fosse aperta una bottiglia vista la forma iconoclasta e provocatoria in una terra di rossi classicissimi. Anche il blend è considerata un’eresia in una terra di 100%… e invece ecco che Mauro Daniele mette a punto un vino molto piemontese con gli elementi del frutto inconfondibile del dolcetto che si sposano con la grande frutta rossa e nera della barbera e alimentando il suo tocco affumicato con alcune note di rosa e tabacco della componente di nebbiolo.

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Il Dolcetto gioca in casa domani 17 Novembre da Eataly Torino con Clavesana al God Save the Wine

Al ritorno del nostro Scudetto del vino i piemontesi giocano in casa e quindi all’attacco! Ecco perchè la mezz’ala destra della formazione che scenderà in campo a Torino per il Piemonte sarà un ruolo fondamentale che solo il Dolcetto potrebbe ricoprire…

Ci sono pochi territori di così abbacinante bellezza come quello in cui nasce il Dogliani, uno dei territori di eccellenza del Dolcetto, di certo una delle uve con il potenziale meno sfruttato d’Italia. In lontananza la vista delle Alpi innevate tutto l’anno e l’inizio delle colline che poi diventeranno Langhe per un territorio che ha visto nascere tanti protagonisti della storia del nostro paese. In mezzo a questo la fatica e il lavoro della coltivazione di quest’uva che richiede all’anno il numero più alto di ore lavoro per i contadini e che dona vini beverini fruttati e piacevolissimi ma anche qualche idea ancora da esplorare di longevità complessità e struttura. Clavesana è una cantina cooperativa dove confluisce il lavoro di 350 famiglie di “coviticoltori” che mettono insieme la loro esperienza e passione a dare una gamma di prodotti molto ampia che coprono ogni sfumatura della viticoltura fortemente autoctona di questa parte di Piemonte che copre ben 10 comuni: Belvedere, Clavesana, Cigliè, Dogliani, Farigliano, Marsaglia, Monchiero, Murazzano, Piozzo, Rocca Cigliè.

direttore_annabracco

Parliamo del ruolo in campo del Dolcetto con Anna Bracco, direttore.

 

1- E il Vostro Vino in che ruolo gioca? Raccontaci come giocherebbe un tuo vino sul campo da calcio dell’italia e a quale giocatore assomiglia...

Il Dolcetto (e quindi il vino che oggi ne deriva, il Dogliani docg) ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella nazionale piemontese dell’enocalcio. Il Dolcetto non è un mediano, ruolo che casomai potrebbe spettare al Barbera, né un terzino fluidificante, posizione eventualmente adatta a vitigni come il Grignolino. Non è neppure un trequartista come il Barbaresco, né un’ala come certi Nebbioli del Nord.

Il Dolcetto è un 8, una mezz’ala destra, di quelle che Brera avrebbe chiamato “euclidea” per la sua capacità di tessere geometrie, di coagulare il gioco unendo tecnica e fosforo, visione e invenzione. Una mezz’ala che non vuole fare il 10, ma senza la quale il 10 non potrebbe giocare, né la squadra vincere. Un giocatore sapiente e affidabile, capace di fare gol ma anche di unire lo spogliatoio con il suo carisma sobrio e piacevole.

Il Dogliani ricorda Fabio Capello, piedi buoni e tempra d’acciaio, grinta, ottima visione di gioco e senso tattico. Quel Fabio Capello che con la maglia azzurra conquista un posto d’onore nella storia del calcio: il 14 novembre 1973 sigla il gol della prima storica vittoria dell’Italia a a Wembley contro l’Inghilterra. Ed è poi divenuto uno degli allenatori italiani più vincenti di sempre.

 

Avremo grandi ingredienti di stagione, funghi e tartufi, raccontaci il piatto con questi ingredienti dove il tuo vino ha dato il meglio di sè o la tua ricetta preferita!

Tajarin al burro e tartufo e Tajarin ai funghi, splendidi con il dolcetto!  I tajarin sono la pasta all’uovo dell’antica tradizione piemontese. Il termine “tajarin” significa tagliolini, un formato di pasta fresca all’uovo simile alle tagliatelle ma più fini, con una larghezza inferiore: le tagliatelle infatti sono larghe circa 1/2 cm mentre i tajarin sono larghi circa 3 mm. La ricetta tradizionale dei tajarin prevede l’utilizzo del solo tuorlo dell’uovo (e non delle uova intere) in proporzione variabile a seconda di chi li cucina, di 1 tuorlo ogni 100 g di farina fino ad arrivare a 40 tuorli per chilo di farina! I tajarin piemontesi vengono tipicamente conditi con sugo d’arrosto, ragù di frattaglie ma sono insuperabili da gustare con burro e scaglie di tartufo bianco o con un semplice sugo di funghi.

 

Vini in degustazione:

  • Clavesana Dogliani docg 2015
  • Il Clou Dogliani Superiore docg 2012
  • Allagiornata 110 (Dogliani Superiore) docg 2013
  • Olo Barolo docg 2011
  • Allagiornata 1053 (Langhe Pinot nero) doc 2014

 

Cantina Clavesana S.c.a.

Frazione Madonna della Neve, 19

12060 Clavesana (CN)

Piemonte

Italia

Scudetto del vino gara di ritorno, 17 Novembre a Eataly Torino con Castelli del Grevepesa a centrocampo e attacco

Lo scudetto del vino si assegna in trasferta e serve spirito di squadra come non mai! Ecco che allora una cantina sociale importantissima e storica del comprensorio fiorentino è fondamentale da portarla in squadra a Torino…

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STASERA Champagne A. Bergère come Didier Deschamps per festeggiare Lo Scudetto del Vino giovedi 27 ottobre da Eataly Firenze!

Non poteva mancare lo Champagne per allietare la nostra intensa sfida tra Toscana e Piemonte. Non bastasse la recente notizia del gemellaggio tra Chianti Classico e CIVC (Comitato Interprofessionale dello Champagne, una sorta di Consorzio della regione francese) e il grandissimo consumo che da sempre se ne fa in Piemonte ci sono tanti altri aspetti che legano le due più grandi regioni rosse d’Italia alla più famosa regione spumantistica del mondo. Passione per la qualità, storia, rispetto per la tradizione ma anche coraggio e ottimismo per il futuro.

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Giancarlo Antognoni e derby in famiglia a Castello Banfi per lo Scudetto del Vino giovedi 27 ottobre da Eataly Firenze God Save The Wine

Forse non tutti lo sanno ma Castello Banfi è una delle pochissime aziende italiane con doppia anima toscana e piemontese…non poteva certo mancare nel nostro campo di gioco! Se i vini di Montalcino e, più di di recente, del Chianti Chianti Classico e Bolgheri sono molto noti specie in Toscana, meno lo sono quelli Piemontesi che pure stanno dimostrando una qualità e una costanza impressionante negli ultimi anni.

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