Un singolo vigneto e tanti cangianti varietà di gusto grazie alla magnifica versatilità del riesling della Mosel. In questo caso il minimo livello di maturità delle uve (kabinett) comunque porta sensazioni di gusto intenso e profondo sia nel campo fruttato (albicocca e mela) che nel floreale (robinia e acacia) che poi in bocca si completano alle note solari e balsamiche dell’annata.
mosel
Dr. Lippold Urziger Würzgarten Auslese Riesling Mosel vertical 2012-2010-2009
Tre annate intermedie come qualità complessiva ma molto diverse come condizioni climatiche di partenza ci aiutano a capire la mutevolezza del riesling del vigneto mito Urziger Würzgarten della Mosel. Nella 2010 fioccano già gli idrocarburi mentre 2012 e 2009 sono pià concentrati su note fruttate e floreali distintive sapide e mentolate al palato.
Dr. Lippold Urziger Würzgarten Auslese Riesling Mosel vertical 2003-1994-1985
Ovvio che non ci sia bisogno di particolari riprove per capire quanto il riesling sia capace di meraviglie se lasciato invecchiare con calma ma la prova del vigneto Urziger Würzgarten in annate difficili e non memorabili come 1985, 1994 e 2003 è da consegnare alla storia.
Dr. Lippold Urziger Würzgarten 2013 Spätlese Mosel Riesling con Polenta, cipolla e salacchini
Il principio del residuo zuccherino nel vino e l’abbinamento piatto cibo è saldo e fondato con questo vino che raggiunge gli 8% di alcol lasciando in soluzione più di 5gr/lt di zuccheri. Lo abbiamo provato con un morso di mela renetta e la dolcezza spariva come per magia nell’abbinamento così come a tavola con la Polenta al salacchino e agrumi dove grasso del maiale, agrumi e cipolle marinate del piatto offrivano un contraltare dolce dove il vino tesseva agile la sua tela di richiami sapidi e freschi.
Alla corte del Riesling: Germania, Alsazia e quel paragone impossibile con l’Italia
I paragoni e i parallelismi sono sempre difficili quando si parla di Riesling ma dopo anni e anni di infruttuosi tentativi forse siamo arrivati al punto in cui davvero anche in Italia si sta aprendo una breccia nel cuore degli appassionati e dei consumatori di vino che da troppo tempo ne ignorano le capacità. Senza contare che anche quando la conoscenza si fa più approfondita, c’è sempre il taboo del residuo zuccherino che spaventa in caso di abbinamento al piatto al ristorante… (altro…)
Tartufo, Alsazia e Mosella, variazioni di terroir con Marcel Deiss e Heymann-Lowënstein
Quando si parla di terroir in tempi di biodinamica e ritorno alla natura lo si deve fare per tutti gli element che compongono le nostre serate anche le più estreme. Ecco che su un piatto d’argento (anzi d’oro bianco visto l’abbacinante allestimento) arrivano i bianchi tartufi di San Miniato, i vini alsaziani dell’eretico Marcel Deiss (che antepone da sempre i vigneti ai vitigni) e il paradigma moselliano della mineralità vinosa attraverso il Riesling: una successione di profumi stordente e ammaliante ma ribadisce ad ogni morso e sorso lo stesso concetto. (altro…)