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Giovedi 23 maggio God Save The Wine al The Fusion al Gallery Hotel, il lungarno si tinge di vino!

Dopo Roma per celebrare quel mese speciale per il vino che è Maggio God Save The Wine si fa in due e saremo a Firenze giovedì 23 Maggio per celebrare i “Maggianti” del Vino.  Tutti insieme nel cuore della primavera  ce la potremo godere sul Lungarno più bello e affascinante di Firenze al Fusion Bar del Gallery Hotel per scoprire i vini della prossima stagione che rinnova la natura e i suoi frutti. Chi sarà con noi in questa serata incantevole?

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Maso Warth Lagrein 2018 Moser Vigneti delle Dolomiti IGT

Uno dei vitigni più particolari e ricercati del Trentino e Alto Adige in una versione giovanissima appena lanciato sul mercato . Questo Lagrein figlia di un’annata molto interessante è scuro, speziato accattivante oscuro ma solare carnoso ed energico. Le uve sono coltivate sui terreni collinari della tenuta Maso Villa Warth e offrono un bel mix di acidità e intensità aromatica.

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Maso Warth Riesling 2017 Moser Vigneti delle Dolomiti IGT

Tra le uve più complicate da gestire per avere risultati di eleganza e complessità simili alla Mosella, al Rheingau o all’Alsazia, in Trentino ha alcune zone dove si trova a suo agio. Questo 2015 dal Maso Warth ha bella acidità, dolcezza e un discreto estratto. Note di albicocca, zenzero, tocchi di miele e l’inizio di note idrocarburiche tipiche dell’evoluzione del vitigno. Sorso piacevole con struttura notevole in grado di reggere molte preparazioni di carni bianche.

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Moser Brut Nature 2012 Trentodoc

Cominciano ad esserci molte prove della grandezza della 2012 in Europa per le bollicine e non fa eccezione questo ultima uscita per Moser. Un millesimato Trentodoc da sole uve chardonnay provenienti da vigneti a pergola tra Maso Warth (casa Moser), anfiteatro di vigneti posto ad un altitudine di 350 metri di quota che si affaccia sul comune di Trento, e uve dalle Val di Cembra, con una altitudine che va dai 500 fino ai 650 metri.

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Langhe Nebbiolo 2016 L’Astemia Pentita

Un’annata straordinaria la 2016 che anche nei vini di ingresso più semplici risuona squillante e finissima. Questo nebbiolo preconizza i capolavori di Barolo che arriveranno con note di rosa e ribes nero, liquirizia bergamotto e incenso ma soprattutto un tellurico sorso di tannino dalla bella grana che si sposa alla perfezione con tanti piatti della nostra cucina come da tradizione nebbiolesca.

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Moser Trentodoc 51,151

Agrumi, pepe, sale, stuzzicante preciso e di una piacevolezza disarmante. Un vino salino preciso che mostra la piacevolezza di montagna che può raggiungere lo chardonnay in Trentino. Moser 51,151 è il primo spumante metodo classico Trentodoc che l’azienda ha fortemente voluto e portato avanti con il richiamo allo storico record dell’ora di Francesco Moser a Città del Messico.

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Moser Trentodoc Rosè

Uno dei vini rosa migliori di tutto il Trentino è proprio questo Trentodoc di carattere e sapore, piccante e sensuale dalla spigliatezza ben dosata. Da una selezione di uve Pinot Nero lavorate e raccolte a mano dai migliori vigneti di proprietà a Maso Warth, da un anfiteatro di vigneti posto ad un altitudine di 350 metri di quota che si affaccia sulle Valle dell’Adige e sul comune di Trento, è vino scattante e con note invitanti di melograno, mandarino, cedro candito, fragole, verbena e fiori di pesco.

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Venerdi 29 marzo il TrentoDoc di Moser e la Faraone al tegame di Paolo Gori in trattoria

Carlo Moser figlio dell’indimenticabile campione di ciclismo ha sfidato e vinto la montagna dello Chardonnay Trentino con grandi metodo classico TrentoDOC ma la sua famiglia produce anche rossi e bianchi intriganti da non perdere.. Una serata alla scoperta del Trentino e dei suoi sorprendenti vini con un menu ad hoc da Paolo Gori.

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Barbera d’Alba 2016 L’Astemia Pentita

Svetlana Melninchenko ci racconta la sfida del L’Astemia Pentita, cantina irriverente nelle forme e nei modi ma profondamente classica nei vini che ha accompagnato con i suoi vini la serata del gran bollito misto in Trattoria da Burde appena trascorsa. Una Barbera che esemplifica il vitigno dell’anno, il vero vino rivelazione dell’Italia a questi livelli di qualità. Dopo anni in cui la Barbera è stata prima soltanto acidità ai limiti dell’asprezza e poi noiosa fruit bomb intrisa di legno ecco che siamo ad un equilibrio molto interessante tra le sue componenti.

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Settimo Igt Toscana 2012 Castelli del Grevepesa

Sangiovese della Pieve di Campoli nel Chianti Classico e merlot e syrah uniti a dare un nuovo supertuscan di terza generazione. Un vino che da un lato seduce con le note dolci di frutta di bosco caramello pepe e blackcurrant del syrah e del merlot e dall’altro sa rinfrescare il palato con la nota vibrante del sangiovese in ottima evidenza. Bel sorso e importanza del vino dissumulata con una sapidità e freschezza piacevolissimi.