Da sempre considerato il fratello minore del mare, in realtà il lago ha molto da offrire a chi lo sa gestire, a dispetto dei tempi, delle pratiche poco ortodosse di pesca e cambiamenti vari. Di tutto questo ce ne siamo resi conto nel corso della sontuosa cena a l’ Acquario, il ristorante pluripremiato Slow Food (o meglio dovremmo dire locanda visto che abbiamo dormito al piano di sopra) di Castiglione del Lago (PG). Un’occasione per fare un tuffo enogastronomico in questi posti, nel piatto e nel bicchiere (in questa zona c’è il famoso Gamay del Trasimeno). Quindi motivi di interesse neanche pochini… (altro…)
dolce
Sottosera Barbera dell’Oltrepò Pavese 2007 Az. Agr. Andi Fausto Montù Beccaria
Dall’etichetta in poi (per non parlare del sito web astronomico) ti rendi conto che non è un prodotto comune, anzi. Al naso ti sorprende lì per lì con questa leggera volatile che punge appena, poi lo assaggi per vedere se è tutto ok e ti arriva questa mazzata di profumi quasi da Recioto della Valpolicella, un centrato di cassis e tabacco con nota dolce che scappa quasi dal bicchiere. (altro…)
Frittelle di riso alla Borrana (o borragine)
Dalla serata con Castello Banfi, grande successo per le frittelle di riso alla borrana (la piantaccia pelosa che vedete qui sopra per chi non la conoscesse…). Eccovi la ricetta! (altro…)
Apianae Moscato del Molise DOC Di Majo Norante 2006
Sempre affidabile e pronto a stupire, sin dal colore arancio che fa un tuttuno con il riconscimento agrumato immediato al naso. (altro…)
Gli antichi sapori toscani con Paolo Gori
I sapore di un tempo, eleganti nobili e regali o anche solo comuni in tutte le famiglie toscane, unite i fronte a vini che vengono almeno idealemente dall’estero. Una serie di sapori aristocratici e importanti sfidano i profumi di Bolgheri nella tradizionale serata Cinghiale e Sassicaia. (altro…)
Capriolo in umido con salsa alla Mirra: la ricetta
In un bicchiere rosso granato uscito fuori da una polverosa bottiglia di sagrantino ho trovato un profumo di giorni di festa: la mirra. Quando con Marco abbiamo deciso di organizzare una serata con i suoi Sagrantino mi sono messo a cercare un modo di fare una qualsiasi cosa alla mirra: il terzo dono dei re Magi, il più misterioso e gravoso. Mirra sta per amaro, come amara avrebbe dovuto essere la fine del Re dei Re e il suo gusto è veramente amaro e questo in cucina è un grosso problema. Ecco perché il capriolo, la cui carne è estremamente dolce. (altro…)
Ecco il menu della Cena Galeotta di Burde del 22 gennaio, per chi si è prenotato!
Come saprete, quest’anno le Cene Galeotte hanno fatto il vuoto nel senso che sono andare stra-esaurite praticamente tutte le date fino ad Aprile, con più di 100 persone a serata, davvero bello come risultato, soprattutto visto che è una grande operazione di beneficenza con la Unicoop a fornire le materie prime e i vari chef e staff a lavoro gratis. Oltre a mandare il nostro Paolo Gori a cucinare per una sera, vedremo anche di realizzare riprese in modo da svelare ciò che succede in queste serate dove i carcerati sono impiegati sia in cucina sia nel servizio in sala.
Eccolo, e come vedete un pò il meglio del meglio di quanto proponiamo nelle nostre cene da Burde oltre a qualche novità come le Penne al Cinghiale e la Spuma di Lardo servita con Melata…gola, eh? (altro…)
I Necci con la ricotta (versione fingerfood)
La farina dolce si trova solo pochi mesi l’anno ma quando la si riesce a trovare buona, questa è una delle preparazioni più semplicie e adatta anche ad un dopocena di chiacchiere…ovviamente davanti ad un bel bicchiere di Vin Santo! (altro…)
Vin Santo del Chianti Classico Castello di Albola 2000
8 anni di caratello con malvasia e trebbiano, dopo quasi 5 mesi di appassimento (fino a febbraio!). Il risultato è uno dei Vin SAnto più tipici e personali del Chianti con un naso incantevole di albicocche disidratate e marmellata di pesche rifinite con fico secco e mandorle e una bocca quasi secca, nitida e un finale ammandorlato. (altro…)
L’Angelo di San Lorenzo Vino Dolce Petra
Alla ricerca del genius loci della Val di Cornia, si parte da qualche filare di Malvasia, Trebbiano, Clarette e Vermentino trovati in loco e si costruisce una cappella dedicat a San Lorenzo, patrono del luogo. Poi in rispetto della tradizione si lasciano le uve sui tralci fino a tardi e si lascia appassire 3 mesi. Poi botti scolme, trattamente da vinsanto con uve solo a metà tradizionali per la Toscana e con un Vermentino che altrove trattato così dà luce allo Sciacchetrà. 5 anni di botte e fermentazioni poi si assemblano 3 annate, sempre per puntare al terroir. (altro…)