Quante volte ci è capitato di vedere una bottiglia di vino in un film? Per caso o perchè messa lì da abili operazioni di marketing e product placement, sempre più pellicole usano il vino per sottolineare momenti particolari e legare certe emozioni a certe etichette che entrano nell’immaginario colletivo. Ma vi siete mai chiesti quanti film e quali trame possano suggerire alcune tra le nostre più evocative etichette? Anche solo restando in Italia, paesaggi ed emozioni raccontati dai vini descrivono situazioni e momenti di tante scene madri mai girate ma che forse varrebbe la pena…ne parliamo su Business People di questo mese già in edicola, lasciamo qui giusto qualche spunto…
Prendi per esempio l’isola più seducente del Mediterraneo, la Sicilia ricca e contradditoria, sempre diversa e sempre più uguale a sè stessa come splendidamente raccontato da Luchino Visconti nel suo Gattopardo, e immagina la storia dei suoi vini dolci e del Moscato… Enrico d’Orleans duca d’Aumale , figlio del re di Francia Luigi Filippo che, costretto all’esilio, approda in Sicilia nel 1853 e acquista 6.000 ettari del feudo dello Zucco, nei pressi di Terrasini. Ed è proprio lui a contribuire alla fondazione dell’azienda vinicola che oggi conosciamo come Cusumano che produce tra i vari vini un sontuoso Moscato…la cui storia come vitigno è un film a parte…
Un vino-heimat che riesce a portare con sè le proprie origini mediterranee e siciliane ovunque lo si porti nel mondo, in guerra o in pace.
Oppure parliamo del nostro nord Italia pieno di Abbazie, fortezze e librerie che sembrano (e qualche volta i effetti lo fanno) custodire preziosi e segreti manoscritti come ne “il Nome della Rosa”. Ad esempio visitando l’Abbazia di Novacella in Alto Adige ed entrando nella barocca e ipnotica biblioteca, pare quasi di ripercorrerne la storia in un attimo riassaporando ciò che queste mura e i vini che vi si producono suggeriscono. Come i bellissimi vigneti dove si coltiva il Gewuerztraminer, vitigno riconoscibilissimo da tutti per i suoi aromi fruttati e speziati dolci che ha origini proprio altoatesine (da Tramin, Termeno). Come l’Abbazia, questo vitigno porta ancora oggi nonostante i secoli i saccheggi e le tribolazioni le caratteristiche aromatiche fondanti. Dato il suo calore inconsueto per un bianco (anche 15%!), perchè non immaginarselo in qualche coppa d’argento sui tavoli de Il Trono di Spade (Game of Thrones in onda su Sky tra poco la seconda serie) e la saga dei Sette Regni di Westerios di George R.R. Martin ?
Cambiamo genere e immaginiamociiIl George Clooney di “Tra le Nuvole” ( “Up in the Air” di J. Reitman, 2009) eterno viaggiatore piuttosto che la poco credibile hostess Gwyneth Paltrow di “Una Hostess tra le nuvole” ( A View from the Top, di Bruno Barreto, 2003) alle prese con un grande vino rosso succulento e ricco di frutta e potere seduttivo come potrebbe esser el’Oreno di Sette Ponti appena entrato nella carta dei vini di Emirates. Ancora un salto e respiriamo l’aria mistisa del paesaggio a Bevagna da Roberto di Filippo e il suo Sagrantino, uno di quelle arie di quelle che ti riempiono il cuore di poesia con pochi semplici tratti: Assisi in lontananza che si staglia sul monte, le oche che passeggiano tra i filari mangiucchiando l’erba attorno alle viti e i carnosi chicchi di Sagrantino che penzolano dai tralci. Un quadro che rimanda subito alla memoria le suggestioni dei film su San Francesco e la mistica che si respira in queste valli, il lirico Francesco d’Assisi di Liliana Cavani, oppure anche la versione mistica del 1989 con Mickey Rourke.
Finale di cappa e spada con la vita avventurosa Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo detto Conte di Cagliostro, suggerita dal Conte Aldo Brachetti-Peretti, industriale petrolifero che ha deciso di dedicare tempo energie e anima al progetto di un grande vino fatto a Tolentino ma che potesse imporsi al mondo come grande vino in assoluto, ovvero Il Pollenza e il suo bianco Pius IX dedicato ovviamente all’avo Papa che ricordiamo citato in Angeli e Demoni come distruttore di statue pagane a Roma e nel “Don Bosco” di Leandro Castellani del 1988. E terminiamo con il sottile intrigo della misteriora storia della collana da cento milioni di euro trafugata a Maria Antonietta proprio da Cagliostro e dalla Contessa De La Motte (interpretata da Hillay Swank nel 2001) , proprio della famiglia Delamotte della Aube della famosa casa di Champagne…
E per tutti gli altri infiniti film…rimangono la vostra fantasia e le voste bevute!
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