Una di quelle annate che ti riconciliano con il Sass (se mai uno se ne era allontanato) e che speri di trovare per farne capire la grandezza mediterraniea. Si perchè la cosa grande di questo vino è forse proprio il suo saper incarnare sempre il carattere latino mediterraneo toscano con l’alta classe francese, un qualcosa sempre vagheggiato da queste parti ma raramente raggiunto in maniera compiuta. E invece questo aroma di mirto, di pineta di pomeriggio di costa toscana, questo iodio, questo cuoio, questa frutta così accattivante senza mai concedersi troppo, questo effluvio balsamico e di spezia calda, è sempre un piccolo prodigio. In bocca poi ha un allungo come pochi altri, non finisce e per ogni secondo regala emozioni, un tannino da antologia e una definizione chiara della parola “piacevolezza” di beva. Di vini così ce ne sono davvero pochi.
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Accidenti, mi hai fatto venire voglia di riassaggiarlo!!! 🙂
fosse bono, almeno! vinaccio american brand da 200euri per giapponesi dispendiosi
se parli così, significa che non l’hai assaggiato…e inoltre di euro ne costa 120, non 200