Annata grande o piccola, il Sassicaia sa sempre esprimersi da par suo. E molto sussurrato al naso, niente effetto 2004 e 2006, un filo di sottobosco poi eucalipto, resina di pino, sottobosco mediterraneo, floreale di glicine, vena minerale e tanta tanta signorilità. Ma è in bocca che si capisce di che pasta sia fatto con una compostezza ed equilibro delle sue componenti davvero mirabile. Forse non esalta l’acidità ma sentirlo in bocca fa capire di che materia siano fatti i sogni enoici ovvero velluto e seta con una serie di piccole sfere di sapore che si aprono nel palato con rimandi lunghissimi di frutta di bosco, spezie, piccantezze e dolcezze in una chiusura lunghissima. Si capisce la stoffa del vino e la sua attitudine a svelarsi poco a poco, sia nel bicchiere che nella bottiglia. Di certo diversa dalla 2006 e dalla 2004, è un vino che può ricordare come compostezza la 2002 e come struttura e forza la 2005. Lo passiamo a lungo in bocca e ci pare che migliori ad ogni secondo, pervadendo palato e naso in abbracci sinceri.
Grande vino che parla direttamente al cuore.
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