Una rarità destinata a scomparire che né Salvatore Geraci né Donato Lanati, l’enologo che fin dall’inizio accompagna il Faro nel suo percorso di qualità, hanno intenzione di abbandonare. Da piccola produzione per pochi intimi è iniziata da qualche anno la commercializzazione perché sarebbe davvero un peccato non assaggiare anno dopo anno il prodotto di queste vecchie vigne composte da vecchi cloni di petit verdot e altre uve francesizzanti. Il vino è dolce e carezzevole con una componente ossidativa ben presente che a volte lo avvicina ad un porto tawny con note vulcaniche e speziate che lo caratterizzano in maniera marcata. Un vino difficile da abbinare ma che dimostra ancora una volta come il terroir di Faro sia sempre presente sotteso e forte in ogni sorso dei vini dell’azienda di Salvatore Geraci come dimostra anche questo video che ci racconta l’importanza in un’annata delle caratteristiche della primavera precedente: