Azienda coraggiosa e votata da sempre alla riscoperta del terroir di Pitigliano. Dal naso pare due anni più giovane e si sentono subito i toni molto floreali (non solo fiori rossi ma anche tiglio e biancospino). A seguire le note di incenso che non ti aspetti e poi frutta rossa e nera, minerale e gesso molto presenti, quasi una nota di polvere (in effetti mettendo insieme incenso, polvere e cuoio pare di stare in una sacrestia, ma tant’è!). In bocca molto più complesso di quanto ti aspetti, più fresco e leggero che in passato, va giù che è un piacere con tannini ben presenti e acidità marcata. Grande vino di territorio, da carni rosse e spezie.
[youtube] http://www.youtube.com/watch?v=cdiR4brLSws[/youtube]
Due parole sul ciliegiolo da Emiliano Falsini (enologo di Sassotondo):
E’ un vitigno generoso, buono anche per vini di pronta beva. Varietà interessante molto coltivata nel sud della Toscana (Capalbio e Maremma), la si ritrova anche in Puglia e Basilicata. Si vendemmia presto e si ottengono vini di bella acidità, poco colore, morbidezza e gradazioni alcoliche non troppo spinte. Va gestito bene perché tende a produrre tantissimo, ci vogliono terreni poveri come Sovana e simili. Molto diverso dal sangiovese anche se ha una morfologia della pianta simile (del resto, il sangiovese geneticamente ha il ciliegiolo come padre). Grande diversità di maturazione a seconda del clima, anche un mese di differenza tra zone comunque all’interno della provincia di Grosseto. La longevità è interessante, ma molto dipende dalle zone di coltivazione. L’immaginario, il nome e la tradizione lo vogliono fresco e beverino ma non è sempre così, anzi…