In edicola da oggi su Business People (e da questo mese gratis anche su iPhone iPad) un mio articolo sui rosati per la prossima stagione, non solo moda ormai, ma consapevole scelta di un gusto diverso e più versatile. Più che una lista di consigli, cerchiamo di far riflettere sul potere che i rosati hanno, simbolico o reale poco importa, di farci vedere ogni situazione da un punto di vista, diverso, alternativo e spesso anche più piacevole.
Di certo, meno tradizionale, chiuso e conformista di prima: che di bisogno di “vedere in rosa” le cose se ne sente sempre più la necessità…Si parla di Puglia, imprescindibile regione italiana quando si parla di rosati è sempre il tacco dello stivale e soprattutto il Salento terra del Negroamaro che se la gioca con il Nero di Troia (altro vitigno storico pugliese, detto anche Uva di Canosa o di Barletta) nella sfida a produrre i migliori rosati della regione. Poi puntata in Toscana e in Sicilia (parliamo del particolarissimo Vinidilice grazie a Mauro Mattei) e infine giù al Nord con il Friuli e il Rosander di Cormons, il bio-rosè Franciacorta di BArone Pizzini e concludiamo in bellezza con una quaterna di Champagne molto diversi tra loro in tutto e per tutto ma ognuno a suo modo rappresentativo di un concetto di rosa particolare: Dom Perignon Oenoteque 1990, Cristal 2002, Jaquart e Goutorbe 2004 e infine il bio Boulard con il suo saignèe.
Anche solo a provarli tutti, risolto il problema di cosa bere questa estate!