Il progetto maremmano di Domini di Castellare ha sempre fatto parlare di sé per le sue iniziative extraenoiche e per la grandiosità del progetto architettonico. E invece sarebbe decisamente concentrarsi sulle belle cose che succedono nelle bottiglie con un vino che anno dopo anno ha trovato la sua fisionomia ed originalità. Un blend inedito dove il Sangioveto (60%) fa la parte da padrone ma dove trovano il suo bello e decisivo spazio il Merlot (20%) e il Cabernet Sauvignon (20%) lavorati alla bordolese. Il risultato è un vino nato per piacere e sedurre che al naso alterna note di frutta di sottobosco e note mediterranee floreali e balsamiche che non stanca neanche alla distanza e piace sempre e comunque. Bocca dal passo spedito e tannino lieve ma ben presente e ben distribuito. Un vino forte ma non massiccio che incarna in maniera sorprendente l’eleganza di cui è capace la Maremma Toscana. Ottimo su una preparazione locale come il Cinghiale in Salmì ma in realtà su varie carni saporite trova una dimensione ottimale.
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