Si lo so che i post su questo posto sperduto nel Casentino hanno tutti nel titolo un gioco di parole più o meno divertente e nemmeno io ho saputo resistere alla tentazione ma un posto che si chiama “La tana degli orsi” non può non finire che stregarti fin dal nome che evoca appunto sensazioni di conforto, di tenerezza ma al contempo anche di forza e solidità. Davide Paolini nella sua prefazione alla Guida dei Ristoranri de il Sole 24 ore dice che sta ancora, dopo anni, cercando il ristorante ideale, ovvero un posto (come lui lo descrive) con non più di 20-30 posti a sedere, tranquillo ma non troppo, luci calde, menù che cambia con le stagioni, piatti che non vogliano stupire ma sfamare con gioia e una carta dei vini che non sia una enciclopedia britannica. Ecco (forse tralasciando per fortuna l’ultimo punto) io posso dire che questo posto esiste! E per fortuna si trova a più di un’ora e mezzo da casa mia, altrimenti ci passerei la metà delle mie serate…
La cena nella tana inizia due giorni prima e anche di puiù quando occorre prenotare (non accettano persone se non prenotate fino alle 22) e in quel momento si può scegliere il menu oppure fidarsi di quanto si troverà. Nel caso si scelga prima, vi ritroverete sotto al piatto di vetro il foglio pergamena con i nomi dei piatti che mangerete che in genere non sono la solita caterva di piattate da menu degustazione ma una entreè, due primi, due secondi e un dolce (se volete).
Mio fratello paolo che era in vacanza in casentino era passato e aveva fissato per noi il menu (e un appartamento in aagriturismo dove dormire la notte visto che a firenze con i due pargoli in auto non volevo tornare dopo cena…).
Si comincia con un prosciuitto del casentino con fico e scelgo con l’aiuto di Caterina un Priè Blanc Valdostano, un Blanc de Morgex et la Salle 2005, sapidissimo e tenue come “fiori d’altura” (come recita la retroetichetta). Piacevole come apertura ma sui primi piatti Caterina ci consiglia un vino del suo amico Damian Podversic dal Carso, una grandiosa ribolla biodinamica (5 grappoli ais mi pare) che ci lascia a naso aperto. Sensazioni agrumate insieme a note di miele, noci, lieve ossidatura e col tempo e con il salire della temperatura, un sorprendente rafano e un ginger quasi balsamico. Veramente uin grande vino e soprattutto un vino che è stato un piacere bere sulle caramelle di ricotta e borragine con pomodoro fresco e pesto. Vi assicuro in bocca l’uno bilanciava l’altro e il connubbio veramente riuscitissimo. L’alltro primo invece stava meglio con il Blanc de Morgex ed erano una cosa buonissima gli gnocchi di patata rosa con pancetta di grigio del casentino, ne avrei divorati due vassoi…Per fortuna che c’erano i miei due figli che ogni tanto mi costringevano ad alzarmi per essere un pò portati in giro.
Quando Malwin ha detto “babbo, Barolo” e ha quasi tirato giù un Voerzio dallo scaffale, ci siamo decisi a passare ai secondi sui quali già da un’oretta con Caterina avevamo deciso di gustarci un Barolo Scarzello 1999, un Barolo di Barolo, iper tradizionale ma ottimo. L’abbinamento era con cervo in salsa di chianti e con un fantastico filetto di maiale con farcia ai funghi. Vista la varietà deri piatti non resisto e oltre al Barolo mi faccio portare un paio di bicchieri di Etna Rosso Tenuta delle Terre Nere (vedi anche lo speciale vini del vulcano sull’ ultimo numero di Spirito di Vino) che scorgo nella Enomatic e pure una Barbera la Spinetta Vigneto Gallina del 1998. L’esito ha visto il nerello dell’Etna andare d’accordissimo con il filetto di maiale mentre il Barolo è stato esemplare nell’asciugare la succulenza del cervo e a farne risaltare il profumo discreto ma penetrante.
La barbera è stata invece il classico rosso della staffa che con la sua cioccolosa rotondità ci ha preparato il palato per i dolci.
Su questi pescando dalla carta ordino un Loazzolo Borgo Maragliano 2003 (anche se, visto il prezzo, volevo un Occhio di Pernice Avignonesi 1989), moscato bianco freschissimo dolce e vivace quanto basta per accompagnare la mia torta di mele (ma sembrava più un “mela tortata”) con crema alla vaniglia.
Ho già parlato tanto e tanto altro ci sarebbe ma mi preme sottolineare che una cena qua è una delle esperienze più piacevoli che un sommelier o anche solo uno cui piace mangiar bene possa fare. Caterina in sala e Simone in cucina sono riusciti con impegno ma soprattutto con tantissima PASSIONE a creare un posto dove non si può non restare contagiati dall’atmosfera che vi si respira. Un aria che spinge i produttori di vino stesso a portare qui direttamente i propri vini e ad assagggiarli insieme a Caterina e Simone e parlarne insieme, così come possono fare tutti quelli che arrivano dopo una certa ora. Alle 22 circa infatti la cucina chiude e simone accende il fuoco a legna e butta dentro un pò di focaccine mentre in sala la tana si trasforma in una sala degustazione pronta e soddisfare le voglie degli appassionati.
Che trovano una scelta ampissima di Barolo di annate anche passate e “pronte” e non solo dal 2003 in poi…ed è questo uno degli aspetti che ad un sommelier piace di più! un posto dove si rifiutano di servirti un Barolo troppo giovane o anche un bianco troppo fresco.
E come ultima nota, veramente dulcis in fundo, i PREZZZI! Quelli dei vini sono spesso oltraggiosamente bassi (flaccianello 1996 a 34 euro a tavola?!?) e quelli della cucina, decidete voi! Un primo 8 euro un secondo 12 e un dolce 5.
Se non ci credete date un’occhiata al nostro conto per 7 persone e mezzo (mio figlio grande si è fermato ai primi…).
Insomma, io bene come l’altra sera, sono stato poche volte e invito chiuinque apprezzi un locale genuino costruito e diretto con amore a provarlo, almeno una volta!
La tana degli Orsi
Via Roma, 1
52015, Pratovecchio (AR)
Telefono 0575 583377
Fax 0575 583377
Chiusura Mercoledì – Aperto solo la sera
Ferie Novembre
Only a brief summary because is really tons better if you trid this restaurant by yourself! Remember to make your reservation some weeks before ‘cause the tana degli orsi is always full, expecially saturdays and sundays.
Friendly people, good and a bit creative food (but made with ingredients taken from casentino and fresh for the season) and a stunning array of old vintage good wines. If you love Barolo, Brunello and honest wines, this is the place for you!