Uno dei motivi più validi per farsi piacere l’autunno e i primi veri freddi è senza’altro gli aromi e la forza che riesce ad infondere nel cavolo nero. Ortaggio mitico per la cucina fiorentina usato e abusato ma che trova da sempre la sua celebrazione ultima nella famosa ribollita. Eccovi la ricetta che più di stagione non si può (da noi però ricordatevi che la trovate di sicuro al giovedì, gli altri giorni dipende…)
Ribollita
Ingredienti (6): pane casalingo raffermo 300gr, fagioli bianchi secchi 400 gr, un cavolo nero, mezzo cavolo verza piccolo, tre mazzetti di bietola, 2 patate, 2 carote, 2 gambi di sedano, 2 cipolle, un cucchiaio di conserva di pomodoro, olio extravergine di oliva, sale, pepe
Lessate i fagioli in due litri di acqua fredda, passate circa i ¾ rimettendo la purea ottenuta nel brodo di cottura. In un’altra pentola fate rosolare in abbondante olio una cipolla tritata. Quando la cipolla s’appassisce unite la conserva diluita in acqua calda. A questo punto aggiungete le carote e il sedano tagliate a fettine, le bietole e i due tipi di cavolo lavati e tagliati a listarelle, le patate sbucciate e fatte a grosse fette. Salate, pepate e fate cuocere col coperchio per alcuni minuti, quindi versate nella pentola tutto il brodo dei fagioli. Fate cuocere per circa un’ora. Quando tutte le verdure saranno ben cotte aggiungete del pepolino (timo) servitela sistemando in un tegame di coccio che possa andare sul fuoco le fette di pane raffermo alternandole con la minestra di verdura.
Avrete così la minestra di pane (come noi la facciamo il mercoledì).
Se volete ottenere la ribollita, rimettetela sul fuoco aggiungendo ovviamente del pane alla minestra in modo che la consistenza finale sia semisolida e del timo (pepolino). Noi per dare più sapore come si faceva una volta si aggiunge il fondo di cottura dell’arrosto, il che vi dovrebbe far pensare che come vino vi servirà un bianco molto strutturato ma anche un discreto rosso…
Servitela con un filo di olio a crudo (anche quello appena franto di quest’anno che non ha la piccantezza e l’aggressività classica per cui si può già goderne senza problemi).
One thought on “Ribollita, la ricetta di Burde”
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