Oggi è possibile comprare un apparecchiatura per godersi la realtà virtuale a casa per 300 euro, qualcosa di impensabile anche solo un anno fa. Vivere esperienze virtuali ma terribilmente realistiche e coinvolgenti è quasi alla portata di tutti ma mancano per adesso programmi e app che siano di grande interesse per il consumatore . Se si eccettuano i videogiochi, diventati nel 2020 un settore che fattura più di musica e film messi insieme, sulla realtà virtuale si trovano poche esperienze godibili e pensate in maniera specifica per questo nuovo mezzo di comunicazione. Ma la tendenza (riportata da Euromonitor) è la realtà che diviene mista tra digitale e fisico ovvero la Phygital Reality. Siete pronti?
Nel mondo del vino la realtà virtuale ha avuto un iniziale momento di innamoramento 4 anni fa con alcune aziende come Bisol o alcuni consorzi come il Soave che hanno prodotto video a 360gradi godibili con un bel visore o anche un cardboard google che vi fa immergere in questi ambienti semplicemente usando il vostro smartphone. Ma si trattava di esperienze non interattive e non modificabili dall’utente in nessun modo. Di recente (2019) si sono visti progetti che univano la degustazione all’uso di visori per essere seguiti nel tasting.
Oggi la tecnologia è andata avanti soprattutto per la risoluzione dei visori, della riduzione di prezzo e dell’interfaccia fino ad arrivare al punto in cui non avete bisogno di joystick o controller per muovervi e interagire, come ad esempio nel videogioco Elixir:
Cosa significa quindi per il nostro modo di lavorare?
Che potete realizzare esperienze immersive in cui il vostro cliente (che sia un distributore estero o una enoteca o anche un cliente finale) può essere guidato all’assaggio del vostro vino immerso in una filmato che rappresenta il vostro vigneto e il vostro territorio creando una sinestesia speciale che da un nuovo significato al concetto che il vino è una cartolina liquida del luogo dove nasce. Assaggiare i vini nel luogo dove nascono diviene finalmente possibile su scala planetaria.
Diventa infine possibile realizzare app e strumenti di apprendimento di procedure complesse di cantina o di vigneto e anche realizzare un simulatore di potatura in cui addestrare o aggiornare il personale addetto alla potatura invernale o verde mediante un visore. Nel prossimo futuro la stessa piattaforma può dare supporto onsite in realtà aumentata al personale stesso che al momento di potature e tagli delicati può essere guidata da un esperto in una sorta di telemedicina del vigneto. Oppure imparare a costruire una botte per invecchiamento del vino (come mostra questo video per Jim Beam Whisky):
Come sommelier informatico sto lavorando ad alcune demo che grazie ai fondi dei prossimi bandi di innovazione in agricoltura e nella formazione professionale (il Recovery plan sta arrivando…) sarà possibile sviluppare e portare all’attenzione di chi vorrà implementarlo nella propria azienda.
See you in VR!