La Maremma è certo la zona di frontiera del vino toscano con realtà nuove che provengono spesso da lontano e che portano in questa terra freschezza di idee e voglia di fare. Casavyc si è posta subito all’attenzione non solo per gli ottimi vini di territorio come i due Morellino di Scansano ma anche per un lavoro molto importante sulle varietà del Rodano, Syrah in primis. Ne parliamo con Viviana Filocamo, proprietaria.
Tendenze future nel vino?
R: Non so quali siano le mode presenti,passate o future, faccio vino da pochi anni, ma ne bevo
da molto prima, e ho ben chiaro il carattere che cerco per i miei prodotti. Carattere appunto, questa la parola, vini che esprimano non una banale ricerca del gusto comune, ma che siano espressione del territorio, ancora di più dell’interpretazione che di quel territorio vuole dare il produttore.
Eleganza, acidità, freschezza, legate ad una fedele restituzione del frutto d’origine; questa la
nostra semplice ma attenta ricerca, che porta a vini diversi tra loro, ma sempre, almeno nelle
intenzioni, che immediatamente possono ricordare l’annata, il vitigno e le scelte di cantina
particolari e specifiche di quella bottiglia.
Per questo nella nostra azienda non esistono procedure standardizzate di cantina per nessun vino, tutti i prodotti sono progetti singoli e aperti, su cui si interviene in maniera organica alle numerose variabili annuali, il fatto che poi i vini siano piacevoli è solo una conseguenza l’unico intervento arbitrario è quello del taglio finale in cui non viene mai privilegiata una generica piacevolezza o rotondità, ma sempre la capacità di esprimere al meglio le caratteristiche del vitigno dominante o magari le tensioni che si creano tra le varie componenti sia negli uvaggi che nei monovitigni che noi vendemmiamo e trattiamo per cloni separati.
Sono sempre ben disposto alle critiche e ai pareri esterni, positivi o negativi che siano, forse perchè di fatto non mi faccio influenzare da nessuno direttamente, al contrario penso che tutte le critiche vadano ascoltate, ricordate e decantate fino a diventare parte della cultura personale, e a questo punto diventano realmente utili a migliorare i propri risultati. Quello che davvero non mi interessa è fare un vino che in virtù di chissà quale alchimia, possa piacere a tutti. I miei vini piacciono a me, e rispecchiano fedelmente la materia prima e la filosofia aziendale.
Qquando abbiamo cominciato a produrre avevo in mente il classico modello francese, un gran vino espressione dell’azienda e un secondo vino da utilizzare come chiave di apertura dei diversi mercati. Devo comunque dire che nel mercato odierno, è forse più facile lavorare con più vini in quantità limitate per tipo, ci dà la possibilità di entrare in un mercato che sempre più è costituito da nicchie che non riescono ad assorbire numeri importanti.
Oltretutto, preferiamo trattare quasi tutte le uve separatamente e realizzare diversi prodotti, in maggioranza monovitigni, che ci permettono di accumulare esperienza e ad ottimizzare le tecniche in vigna e in cantina, per dare maggior risalto ai singoli uvaggi.
Vino e musica
R: Domanda interessante, ma penso che una cosa fondamentale del vino sia l’improvvisazione, ogni anno e più volte durante l’anno chi fa vino deve improvvisare per risolvere una quantità di domande che chiedono una risposta veloce ed efficiente, e alla fine sono queste improvvisazioni che insieme ad alcuni punti fermi che si ripetono, fanno la differenza, quindi più che a una canzone, credo che i vini si possano assimilare a dei brani Jazz, magari dei vecchi e buoni standard che alla sicurezza del pezzo base affianchino brillanti improvvisazioni per un risultato sempre nuovo nella sua singolarità.
Vini in degustazione
- Morellino di Scansano DOCG 2009
- Morellino di Scansano 070707 DOCG 2008
- Up’nDown IGT Toscana 2009
- P.Nò IGT Toscana Pinot Nero 2008 Casavyc
CASAVYC
di Viviana Filocamo
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