Sono già in loco per l’Anteprima Amarone 2006 il cui clou sarà stamattina ma già da un paio di giri per la Valpolicella (di cui uno che ricorderò a lungo e che merita molte parole immagini e video a parte, ovvero Monte dei Ragni) e a cena al Caffè Dante (niente male e davvero bene organizzato il tutto) hanno mostrato la stoffa di questo 2006. Ma facciamo due premesse.La prima è che in teoria a me l’Amarone non piace come tipologia di vino e ne ho sempre bevuto pochissimo. Non lo lavoro nei locali dove opero ma mi rendo conto del forte appeal che ha sul pubblico. Quindi sono qui per colmare le mie lacune di conoscenza e riportarvi le mie impressioni a caldo da prendere con le cautele più ampie. Domattina nelle sale della Fiera cercherò di documentare quanto possibile e di leggere l’annata, di cui però già oggi a cena abbiamo avuto buona prova.
Principalmente grazie ad alcuni produttori che sono riusciti ad andare oltre lo stereotipo del vino bomba e iperconcentrato (tendenza già rivelata negli scorsi anni). A cominciare da Tommasi, che ieri ci ha ospitato per un bel confronto di vini di terroir, il cui 2006 è apparso fresco e bevibile a dispetto del corpo e dell’estratto, molti sono gli esempi di vini più equilibrati, freschi e con il tannino ben legato al corpo del vino. Tra gli assaggi effettuati a tavola degnissimi di menzione Trabucchi, Monte Zovo, Campo dei Gigli di Sant’ Antonio, Roccolo Grassi (in assoluto IMHO il migliore), Monte Olmi di Tedeschi (ottimo pure il Valpolicella Ripasso 2008), Tezza (molto più tradizionalista). Tra i Valpolicella bella prova anche di Zenato.
Grazie anche alla segnalazione del Masna, e alla buona volontà di un amico, ho fatto anche in tempo ad assaggiare in cantina una piccola bomba dal potenziale notevole ed entusiasmante come David Sterza, grandioso il suo 2005 e ottimi il 2006 di sola Corvina e il Valpolicella Ripasso 2008, per tacere del Recioto 2005. Per gli amanti delle sensazioni forti, cercate il Pagoda 2006 da merlot, cabernet e syrah APPASSITI e invecchiato in rovere nuovo americano: davvero radicale. Ma ci torneremo…
Intanto buttiamoci sui 2006!