Cucinare questo piatto è come fare archeologia gastronomica, la sua ricetta la si trova più o meno identica in numerosi ricettare medievali sia italiani che francesi. Pochi ingredienti che il campo poteva offrire, impreziositi da un tocco di spezie. Questo è un piatto povero, non da signori, adatto ai giorni di magro. I piatti semplici non hanno bisogno di ricette, grammo più, grammo meno non fanno la differenza, basta avere un po’ di tempo che come sempre, se passa, aggiusta tutto.
Prendete una cipolla, meglio se bionda. Fatela appassire con un po’ d’olio (anche se il burro fa più autentico), ma non dorare troppo per non guastare il colore del piatto (nel medioevo il bianco era di rigore!), ma se del simbolismo non vi preoccupate, più colorata avrà un sapore più intenso.
Aggiungete 1,5 Kg di porri, tagliateli a rondelle fini e fateli appassire, aggiungete un po’ d’acqua se occorre. Anche qui per il colore decidete voi, se volete intonarvi alla stagione usate solo il bianco in inverno e un po’ di verde in primavera.
Stufati i porri unite 2 lt. di latte, meglio se crudo e non scremato (quello che fa panna in cima per intenderci) e un pizzico di noce moscata. Quando è ritirata di circa 1/3 (ci vorrà circa 1 ora) aggiungete 4 fette di pane ammollato (usate solo la mollica), strizzato e ben sminuzzato.
Fate cuocere ancora per una mezz’ora. La consistenza decidetela voi, se la volete più lenta aggiungete latte o brodo vegetale.
A questo punto sta a voi decidere se passarla (usate pure il frullatore a immersione) o lasciarla così. Se la passate l’occhio ne giova prendendo un aspetto più omogeneo, se non la passate fa più medioevo e ha il vantaggio di far vedere ai commensali gli ingredienti che avete usato per prepararla.
Buon appetito!