Ancora grazie a Pietro Leonardo per l’invito alla Fattoria Di Stibbio (posticino incantevole in quel di San Miniato) per la prima tappa del tour di presentazione del vino da vigna centenaria di Tempranillo, il Vigna alle Nicchie.
Nicchie che vedete in foto qui accanto e che caratterizzano insieme all’argilla il terroir di San Miniato, dove per ottenere quantià di uva non è mai stato un problema ma per avere vini di qualità occorre tagliare, tagliare, tagliare. Ecco il perchè del nome “Reciso” del suo vino più famoso (finora) esclusivamente da Sangiovese.
Posto in apertura di serata, sui piatti di Gilberto Rossi (non bravo solo in TV per la Prova del Cuoco ma anche nel “suo” Pepenero) il Reciso 99 ha stupito tutti per la grande mineralità e il respiro da Sangiovese argilloso, meno floreale ma più carnoso, assolutamente lontano da modelli piacioni o rotondi tanto in voga in altre zone della Toscana. Il bravissimo Sommelier Teseo lo abbina arditamente ma in maniera perfetta in apertura di cena su un Timballo di angus marinato con porcini e riccioli di pecorino di fossa profumato al tartufo davvero notevole.
Ecco Pietro Leonardo che ci racconta di quanto sia difficile fare un vino del genere a San Miniato:
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E’ poi il turno di Tortelli di Panzanella con ragù di coniglio e tartufo bianco e del Filetto di Suino al tartufo bianco con millefoglie di sedano rapa e fonduta al Blu che vanno in sposi al Vigna alle Nicchie, questo vino coraggioso da sole uve Tempranillo (l’uva regina di Spagna e della Rioja, ricordate Lopez de Heredia?) diffusissima nonostante quanto si pensi in tutta la Toscana e spesso confusa con la malvasia nera.
Ecco qui Pietro Leonardoche ci racconta del Tempranillo e di come mai è finito da noi (come sempre c’entra la Chiesa…)
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=op76JmZcqkc[/youtube]
Il vino è presente in tre annate, dalla 2004 molto floreale e un pò eterea, convincente sia al naso che in bocca, con il 2005 addirittura salato, leggermente scomposto ma dai sentori veramente unici e particolari e soprattutto dal 2006 (l’unico dei 3 vini in commercio) veramente ottimo e capace di ricordare immediatamente i vini della Rioja alla prima olfazione.
Si è quasi sopraffatti dai sentori di lampone, di cassis, di fragola e ancora di più dalle note floreali, dalla speziatura calda e morbida.
IN bocca lascia tutto pensare ad un vino morbido e un pò seduto (anche perchè ci sono ben 15,5% di alcol da gestire) ma in realtà la mineralità fa da contraltare perfetto nel vino e l’effetto è di una bevibilità estrema e inedita per la Toscana, ricordando forse solo qualche Syrah di Cortona (ma lì l’acidità gioca un ruolo maggiore).
Il vino è frutto di anni di ricerche e di lavoro di propagazione a partire da una vigna a piede franco bellissima presente in azienda e viene vinificato con appassiamento in cassetto similmente all’Amarone. Ma sicuramente l’agronomo/enologo Alfredo Tocchini ve ne sa parlare meglio di me…
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=oCIYp8u02L8[/youtube]
Adesso il tour prosegue a Milano (al Joia) e a Londra: in bocca al lupo, Leonardo!