Oh, non è che uno può andare a cena fuori, mangiarsi un intero menu a base di trippa in tutte le salse e cotture, bere piuttosto bene in bollicina e non pensare che la magia della piazza più amata dai fiorentini non abbia fatto effetto… A Firenze non abbiamo certo bisogno di scuse per mangiare la trippa e quinto quarto vario in tutte le declinazioni possibili e ieri sera alla Tripperia di Piazza della Passera lo chef Luca Cai ce ne ha dato prova in maniera inconfutabile…Non è un menu (quello di ieri) adatto a tutti e anche io che non sono proprio di stomachino deboluccio ho avuto il mio da fare a buttar giù il tutto e consiglio semmai di limitarsi ad un paio di piatti a base di trippa e scegliere dal menu altre proposte più leggere che non mancano di certo.
Il problema, se così può chiamarsi, è che è davvero difficile altrove trovare la trippa fritta per esempio (che ieri con il Cuvèe Brut Bellavista andava giù che è un piacere) o le squisite Polpettine di Lampredotto vestite in sesamo, delicatissime e morbidose, oppure la Chitarra di postacchio al ragù di lampredotto, per tacere del sashimi di trippa…Così capite quando arriva la morbidissima Lingua in salsa Pearà uno davvero può essere un pò appesantito! MA sono tanto buoni che lì per lì davvero è difficile resistere. Fortuna dicevo che dal menù è possibile pescare taglieri di salumi e formaggi sfiziosi, penne al pesto di cavolo nero e un Coniglio alla cacciatore che visto di lontano faceva una discreta gola.
Tra i vini (era una serata degustazione Bellavista) da segnalare l’appena uscito millesimato Gran Cuvèe 2004 ancora affilato e tagliente ma dotato di una carica minerale e un fruttato davvero esemplari per classe e finezza e un Satèn davvero impalpabile per grazia e profumi. Decisamente consigliati su trippa e lampredotto, per profumi, potere sgrassante e capacità di pulire la bocca.
Ma pescando dalla carta e soprattutto fidandovi dei consigli della mia amica Claudia Tartani (la brava sommelier del locale, si possono sponsorizzare i colleghi?!?) cadrete comunque bene anche fuori dalle bollicine.