Una serata tra amici ma non solo, un momento di riflessione pre-estate e pre-vendemmia tra giornalisti, enotecari, professori universitari (Claudio Nuti dell’Università di Pisa, microbiologo) la neo presidentessa Slow Food Toscana Raffaella Grana e vignaioli che condividono il pensiero di Cosimo Maria Masini, ovvero l’uomo al centro della natura, in armonia con questa. E anche solo avvicinandosi alla tenuta,ci si comincia già a crederci un poco.I vigneti partono poco sopra Ponte a Elsa , uscita Empoli Ovest della Fi-Pi-Li, e coprono ondeggiando colline e vallate fino a guidarci ad uno spettacolo di vista che abbraccia tutta la vallata e la piana di Empoli-San Miniato e fino in fondo si arriva con lo sguardo fino alle Colline Lucchesi, di cui sono presenti Saverio Petrilli, Tenuta di Valgiano e Giuseppe di Fabbrica di San MArtino. Dibattito in un pomeriggio fresco e ventilato in una atmosfera surreale tanto è perfetta per suoni (ovvero solo uccelli e fruscio di foglie) clima e capacità di tutti di parlare e discutere con animo pacato anche quando si tratta di diserbanti, topicida nelle farine del pane e simili amenità. Il Prof. Claudio Nuti porta esempi di prove inconfutabili che la biologica e la biodinamica non solo sono scientificamente ideali per l’uomo ma sono anche l’unica strada possibile in futuro se non vogliamo perdere ogni vantaggio ipotetico della nostra civiltà. Finale del dibattito un po’amaro ma vero da parte di Giorgio Drakopulos: finchè denaro, potere ed egoismo saranno ciò che fa girare il mondo, biodinamico e natura saranno due concetti sempre irrisi e osteggiati. Occorre discutere, pianificare, fare cultura, cambiare l’uomo prima del mondo stesso.
Ci sediamo a tavola e la cena è magnifica nel suo talebano km0, piccioni della fattoria, pane da grano coltivato nella vallata con lievito madre curato dall’enologo Cipriano Barsanti, involtino di verza e faraona con timo coltivato in loco, persino il dolce è “solo” uno zabaione con uova delle galline della fattoria con il vin santo. Confetture, miele, tagliatelle fatte in casa con uova e grano locale: tutto è davvero in armonia e vicino così come i vini che si incastrano alla perfezione nei piatti di Paolo Fiaschi (di Papaveri e Papere). Una prova notevole la sua con il suo apice forse negli spettacolari tortelli con piccione e sugo di pomodoro.
I vini di Cosimo allietano la serata, sempre in punta di piedi e senza invadere mai tavola o palato. Signorili ma rustici, schietti e mai retorici, danno una bella prova di terroir e di enologia senza protagonismi.
Yannick 2009
Floreale semplice di campo, integro, zagara, leggero tropicale , bocca equilibrata lieve alcol quasi assente, bel finale di miele erika, sapido il giusto
Daphne Trebbiano 2008
4gg su bucce poi Barrique per un anno, arancione ovviamente, resina, fruttino zuegg cotognata, miele di limoni, bocca sapidissima, ricca, leggero alcol
Nicole igt Toscana 2007
Sangiovese e altre uve autoctone , naso contadino e rustico , marasca, anice, fieno, tabacco, ematico, sottobosco, bocca verace leggermente ispida, la squisita dolcezza del sangiovese sotterranea, equilibrato e persistente di quelli che ne berresti a secchi.
Cosimo Sangiovese Igt Toscana 2006
Cupo e scuro come la terra, humus e ciliegie nere, cardamomo, rosmarino, cannella, ginepro, arancia rossa, bocca decisa, piena speziata e sfaccettata, in linea con nicole ma molto più dark.
Serata oltremodo piacevole tra il cibo e il vino che creano con il paesaggio in cui siamo immersi una alchimia speciale, quasi magica e ancestrale. Cme dire, la strada è lunga ma è sicuramente quella giusta, scusate se è poco