Nicolò Trabalzini racconta la storia della sua famiglia che ha rilevato una cantina attiva già nel 1337 quando il nonno Soraldo Trabalzini mezzadro acquistà la cantina dalla nobile famiglia De’ Ricci. Nicolò decide di imbottigliare in proprio solo dalla 2015 ma come enologo inizia a lavorare proprio con questa 2019. Con questo vino siamo nella Pieve di Ascianello, tante sabbie e conchiglie fossili il che vuol dire poco colore, tante sfumature agrumate e floreali e tantissima sapidità in bocca.
In effetti il colore è magico e stregante con una trasparenza eccezionale che rimarca la squillante nota floreale di rosa canina e frutto rosso lamponi e ribes rosso e melogrando con tutte le note di evoluzione per ora in sottotraccia; semmai emergono note mediterranee di elicriso miste a quelle nordiche di camemoro. Bocca freschissima, agile e scattante, moderna e classica allo stesso tempo. Ottimo su carni salsate o alla griglia ma anche da solo regala momenti di vero piacere poliziano per via del tannino gentile e moderno.