Domanda a trobocchetto, ovviamente… Se un poco ne conoscete e se avete seguito gli ultimi anni della produzione isolana sapete anche voi che non è possibile rispondere in maniera univoca perchè ormai la varietà ha raggiunto un notevole livello di adattamento ai vari terroir siciliani e quindi occorre riformulare la domanda in una più ampia ovvero “Quali sono i Nero d’Avola che meglio interpretano i terroir della Sicilia?”. Proviamo a rispondere in edicola su Business People di questo mese.
Se volete divertirvi alle spalle di sedicenti appassionati di vino provate a porgli a bruciapelo la domanda su quale sia secondo loro il Nero d’Avola che meglio rappresenta la Sicilia: oggi non saprebbe davvero cosa rispondervi e paradossalmente sarebbe una risposta da esperto!
Per spiegarlo occorre fare un paio di passi indietro e ricordarci gli anni ‘90 e 2000 con il boom del nero d’avola concentrato e fruttatissimo perlopiù tagliato con syrah e merlot fino a diventare un vino-non vino tirato in milioni di bottiglie destinate sia alla grande distribuzione che ai wine bar più alla moda delle grandi città italiane del nord con l’idea che fosse un vino adatto al pubblico femminile. E soprattutto si parlava di Nero d’Avola tout court come oggi si parla di Prosecco, generico e senza legami con il territorio. Oggi invece il quadro non potrebbe essere più diverso: anche per chi conosce a fondo la realtà siciliana non è facile fornire una risposta univoca, perchè il nero d’Avola va considerato alla stregua del Sangiovese in Toscana, ovvero, un vitigno capace di leggere il territorio e interpretarlo in maniera diversa a seconda del terroir in cui si trova.