Penso che tutti noi siamo cresciuti in Italia la vista dell’etichetta bianca della “Nardini” come tutti l’abbiamo sempre chiamata è stato sinonimo di grappa e anche di forza e potenza. I tempi cambiano e la tradizione si rinnova e all’interno della sontuosa inaugurazione della Biennale dell’Antiquariato non è stato spiacevole trovarsi ad assaggiare per aperitivo le varie proposte della casa veneta. Sorprendente poi scoprire che in realtà la grappa Nardini è una sola, sia pur in varie declinazioni diverse. Come è possibile?Si tratta di un caso molto raro in cui la produzione complessiva è basata su un blend unico, quasi una cuvèe champenoise, assemblata con 5 diverse annate di distillati a produrre un’unica grappa base a 82% poi diluita e invecchiata in vario modo a dare prodotti molto diversi. Si parte dalla più “leggera” a 40% e si sale fino alla 60% con le varianti di invecchiamento in legno da un anno fino a quindici cercando in parte di assecondare gusti e mode e in parte di rimanere fedeli a se’ stessi.
Intanto ecco il setting…
Ed ecco le degustazioni che abbiamo effettuato in questo scenario:
Nardini Verde 40% Fresca e pimpante, fieno e agrumi, bocca placida, bocca davvero fragrante e verde 86
Nardini 50% bianca , classica e fruttata rossa, prugna e menta, finale caldo ma coccoloso, bel finale floreale d’alpeggio 84
Nardini 60% Marrone note cioccolatose , nocciole e frutta di bosco, bocca impegnativa ma esplosiva rossa e di spezie 88
Nardini 60.% Grappa Riserva 5 anni mandorla e lychees, pepe e floreale, bocca di vinaccia e dolcezza quasi stile rum, finale cacao e caffè più confettura di fragole 85
Nardini 50% Riserva 15 anni in legno , vaniglia e toffee, orzo, pera e liquirizia che conduce il palato, finale incalzante, riposante dolce e ampia 91