Champagne Moët et Chandon MCIII i retroscena di una etichetta di culto prossima ventura , l’assaggio dei vini base della cuvèe

La presentazione dell’MCIII ha lasciato ben più di un appassionato a bocca aperta per la meraviglia che sono riusciti a creare nella maison di Epernay. Certo che avendo certi millesimi e vini a disposizione l’impresa sembrerebbe meno ostica ma anche più impegnativa dal punto di vista progettuale. Realizzare un vino come MCIII infatti non è un qualcosa che si possa fare dalla sera alla mattina e nemmeno in un anno. Ci vogliono almeno 10 anni di studio e di prove comparative usando via via vini di riserva, annate particolari e addirittura grandi millesimi.  Per nostra grande fortuna, li abbiamo potuti assaggiare, ecco come sono:

La presentazione, oltre all’ MCIII stesso, è stata infatti particolarmente intrigante per gli assaggi dei vini singoli che comporranno il futuro MCIII che ri-inizierà dal 2013 (e che sarà sul mercato non prima del 2025…). Un modo virtuale di ripercorrere quanto è stato fatto per questo primo MCIII che ricordiamo essere composto dal millesimo 2003 di base (il 37,5% del totale) poi alcune annate affinate in legno ovvero le cuvèe di assemblaggio del Grand Vintage 1998, 2000 e 2002 e sboccando appositamente alcuni Champagne già imbottigliati delle annate 1999, 1998 e 1993, come ci ha raccontato il grande Benoit Gouez.

Qui un video ufficiale del “making of” da cui si intravede la cura e la lunghezza dello studio che ha portato alla cuvèe.

 

 

Per quanto riguarda il primo strato del MCIII che vedremo probabilmente nel 2025 si sa già che sarà composto da un assemblaggio Chardonnay 2013 che ricorda più Mersault che Chablis con note da Choully, Oger e Avize curiose di ciliegia e vaniglia e un Pinot Nero 2013 da Ay e Verzenay fatto di lavanda rosa, ribes e ciliegia, amarene e toni vegetali pepe rosso e caffè etiope, finale lungo crespo e incalzante, forte ma sempre elegante . Provando ad assemblarli nel bicchiere e la loro unione da luce ad un insieme magari meno intenso ma di una ricchezza incredibile.

Per il secondo strato  ecco l’aromaticità, il corpo , la succulenza e la cremosità da alcuni millesimi straordinari che assaggiamo come vin claires, per esempio il 2006 con passaggio in legno, come bere oro e zucchero , nocciole burro di Normandia il tutto sovrastato da un floreale composito incantevole. Spazio anche per il 2012 millesimato (che sarà anche la base del Grand Vintage 2012 futuro)  che dopo 6 mesi di legno è  fresco minerale e roccioso con note dizafferano e menta, bocca freschissima potente e aggraziata, davvero festosa.

Ulteriori chicche (ve l’avevamo detto che era un banco di assaggio incredibile) due dei grandi millesimi che compongono l’attuale MCIII ovvero il 1993 che è puro caramello moka e tostature, zafferano e rum, bocca vinosa sapida e fine, toffèe , cedro e miele scuro, bocca rocca agèe, elegante e compassata, calmo e sapido e il 1999 che riserva freschezza e potenza , un vero monolite di gesso pompelmo e agrumi più tostature splendide. Per immaginare cosa sarà l’MCIII del futuro ecco alfine l’ultimo assaggio ovvero l’assemblaggio che ha iniziato da poco il suo viaggio in bottiglia composto come base dall’annata 2013, i millesimi passati in legno e i Grand Vintage assemblati, un vino che è già ovviamente esaltante anche senza bollicine, incredibilmente potente ricco e mentolato, uno strato di roccia che racchiude un cuore giallo di senape, agrumi e zenzero.

moet mcIII bicchieri

 

Come detto su Intravino, circa l’MCIII restano alcune questioni  da definire circa il prezzo (dovrebbe andare sui 500 euro) e sul fatto di riuscire a berlo visto che si parla di non più di 20mila bottiglie per tutto il mondo vendute direttamente a collezionisti e appassionati, che è comunque un passo avanti rispetto alle 30 bottiglie dell’Esprit du Siècle! Cominciate a sfogliare le vostre agende e contattare amici VIP così siete in grado di spiegarglielo…