Dubito che molti di voi conoscano almeno 3 delle più comuni ricette con le viole (tagliolini alla violetta, zuppa, pastiglie…) oppure delle sue virttù soporifere e calmanti. Figuriamoci dissertare dei terpeni che ne caratterizzano l’aroma, che pure sono molto simili a certi Sangiovese chiantigiani. Per ovviare a queste gravi lacune, sull’ultimo numero di Natural1 (rivista scientifica di fitoterapia e nutriceutica) c’è un bellissimo pezzo sulla Viola, che non avrei mai sognato di leggere se non per il fatto che una mia umilissima foto del giardino di casa ne adorna una pagina.Caso della vita che finisco con credt su una rivista di botanica per uno dei riconoscimenti di aroma che uso più spesso e spunto di riflessione per un qualcosa che anche solo 5 anni fa (senza tutte le foto che scattiamo ogni giorno, senza i servizi di photosharing) sarebbe sembrato un pò impossibile. Non siamo particolarmente bravi con le foto qui da Burde, ma già che ci siamo, vi comunichiamo anche che alcune delle nostre foto sono state richieste e utilizzate per guide turistiche e siti vetrina anche molto famosi. 7 foto su oltre 10mila non è una gran media ma, come diceva Warhol “quantity has a quality itself”.
Per i più curiosi, l’aroma della viola chimicamente è una miscela di alcool benzilico, 2-6-nona-dien-1-ol, n-esanolo e 2-6-nondaien-1-ol, parmone ed eugenolo.