Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Per esempio il Kurni virare sul granato. Ieri sera Rachel non c’era e un amico si era fermato a pranzo lasciandomi un regalo prezioso. Complice un agnello in scottiglia, l’esperimento è stato condotto.
Sul forum avevo letto che dal 2000 in poi (cioè verso il presente) il vino è ancora riconoscibile. In realtà anche questo 2000 è quasi pronto e godibile con un colore appunto che seppur timidamente comincia ad evolvere nel rassicurante granato. Il magma purpureo di colore e di aromi si acquieta un attimo e si lascia vedere e toccare. I profumi appena aperta la bottiglia paiono quasi di un Borgogna molto terricolo poi però si intestardiscono su di un fruttato carnoso che impressiona. E dopo un’oretta cominciano a sprigionare sensazioni balsamiche da brividi. Mentolo, ginepro, corbezzolo, tabacco trinciato, prugna, smalto, iodio, cera lacca, caffè. In bocca appena aperto è un poco corto, ma con un paio di ore di ossigenazione lenta in bottiglia acquista dimensione e profondità.
Certo il tannino è serrato e le gengive vanno protette con un pò di succulenza della scottiglia, l’alcol 15 si sente e scalda ma l’impressione è di un vino vero, vivo non di una caricatura informe. Alla fine è proprio il calore del sole marchigiano che ti resta dentro, raffrescato da un’acidità appuntita quasi tagliente, quasi incredibile in un vino di quasi 10 anni. Montepulciano d’Abruzzo 100% e credo che non potrebbe essere diversamente per il vitigno peggio sfruttato d’Italia.
(Avvertenza: è un vino che necessita di qualche anno per esprimersi a questi livelli e a qualche giornalista in gioventù non è piaciuto per niente, nonostante i 3 bicchieri, o forse a causa di questi?)