Il primato culturale indiscusso nonchè di marketing sull’Olio di Oliva dovrebbe consentire all’Italia di gestire in maniera completamente diversa la produzione e la vendita di Olio Extra Vergine di Oliva. E invece basta un’annata particolare come la 2014 per mettere in crisi un comparto fondamentale per la nostra economia e immagine all’estero. Abbiamo approfondito la questione da diversi aspetti andando a cercare di capire cosa davvero finisce nell’olio che ci ostiniamo a chiamare “di qualità”.Ne parliamo su Business People di Marzo con lungo servizio che parte proprio dal fatto che non si è mai parlato tanto di Olio come durante la raccolta nel 2014: sono stati versati fiumi di inchiostro per sottolineare come la mosca e il clima in generale abbiamo creato tanti problemi alla maturazione e sanità delle olive e alla qualità dell’olio. Quello che non è stato raccontato è che quanto è successo sarebbe potuto accadere in una qualsiasi altra annata perchè il problema non è il clima o la mosca in sè quanto il fatto che in Italia assistiamo ad un continuo e profondo abbandono della cura delle olivete, un fatto che dovrebbe far suonare più di un campanello di allarme ma che ha messo anche in evidenza che lavorando bene si possono ottenere risultati anche in annate più sfortunate.
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