Alla ricerca del genius loci della Val di Cornia, si parte da qualche filare di Malvasia, Trebbiano, Clarette e Vermentino trovati in loco e si costruisce una cappella dedicat a San Lorenzo, patrono del luogo. Poi in rispetto della tradizione si lasciano le uve sui tralci fino a tardi e si lascia appassire 3 mesi. Poi botti scolme, trattamente da vinsanto con uve solo a metà tradizionali per la Toscana e con un Vermentino che altrove trattato così dà luce allo Sciacchetrà. 5 anni di botte e fermentazioni poi si assemblano 3 annate, sempre per puntare al terroir. Ed ecco un vino color mogano rosa antico, fichi datteri noci ma soprattutto iodio, mare, uva passa in una freschezza dal basso alcol (14%) e zucchero deciso. Ma in bocca non stanca, le note si infittiscono ed ecco miele di castagno, sandalo, cuoio. La terra racconta qualcosa qui, di buono.
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