Annuale ritrovo presentazione a casa Vannucci per assaggiare insieme vecchi e soprattutto nuove annate di uno dei vini simbolo della moderna enologia italiana, tra i pochi a ritagliarsi un proprio ruolo e a costruirsi una propria solida identità partendo praticamente da zero e in una denominazione prestigiosa ma piccolissima e quasi sconosciuta al grande pubblico. Oggi Piaggia non è solo Mauro Vannucci ma ovviamente anche Silvia, la figlia, e uno staff affiatato per nuove sfide, dal rosato fino al sangiovese 100%, impensabili fino a pochi anni fa.Durante la festa in cantina, abbiamo assaggiato le “latest” releases e siamo rimasti piuttosto colpiti dal senso di maturità stilistica di molti vini e da un ben più moderno uso del legno e delle tecniche.
Viti dell Erta Piaggia Rosato di Carmignano 2010
Fragola e lampone vivissimi , bocca precisa e distinta, sapidino con ritorni d arancia delicati, gran bel rosè da tavola
Pietranera 2009 sangiovese 100%
ciliegia piena, durone classico ma ciccioso, bocca ricca ma non esagerata, fresco e allegro , finale appena caldo e amarognolo.
Il sasso 2008 Carmignano DOC Piaggia
Grande classico della zona, più sangiovesizzante del solito ma il cab si sente con ritorni di pepe e spezie umbratili , ricco e smaltisce bene i quasi 15 d alcol…legno ancora da riassorbire ma lascia una bocca profumata e invogliata.
Piaggia Carmignano Riserva 2006
Bel colore cupo e intenso, dall alloro alla menta con refoli balsamici d eucalipto, mirtillo e cardamomo, bocca snella che sorprende, frutto croccante e sapido, grande riuscita ed equilibrio, grande evoluzione rispetto all’assaggo a VErona quasi un anno fa, un fuoriclasse forse nella migliore edizione di sempre.
Poggio dei colli 2008 Cabernet Franc 100%
piccola esplosione di ribes multicolor , ciliegia cotta e timo, pepe bianco e bocca contrastata meno corposa che in altri tempi, scorre via sapido e dal frutto convincente. Appena amaricante ma vino tutto d un pezzo che appassiona.
Piaggia Carmignano Riserva 1999
Torrefazione caffè e cacao, un che di balsamico e goudron, frutta sotto spirito, uvetta e ginepro, bocca vitale, sottobosco acceso, finale appena asciugato ( ci fosse stato meno legno all’inizio…)
Piaggia Carmignano Riserva 1996
Felce e pietra bagnata, ricordi floreali, e nota di ciliegia sotto spirito, appena cotto e dimesso ma in bocca ce n’è ancora di corpo e riserva di bevibilità.
Lo stile Piaggia è riconoscibile in ogni bicchiere ma altrettanto riconoscibile è il graduale cambio di stile da toni e modalità espressive molto marcate dal legno (in questo senso la lotta del 99 contro la barrique è commovente e quasi vinta) verso versioni più dinamiche e personali (il Piaggia 2006 da questo punto di vista è un piccolo capolavoro di emozione e tecnica). Il rosato e il Sangiovese 100% sono interessanti anche se risentono dello stile pieno e succulento aziendale che mal si presta a vini più beverini e semplici. Ottimo il Carmignano Sasso 2008, altro vino che ha saputo trovare il suo ruolo sul mercato, stavolta con una versione croccante e fruttata con il legno molto meno presente ed un equilibrio tutto nuovo. Scheggia impazzita il Cabernet Franc, forse un filo sotto l’edizione 2007 ma che è già alla pari dei migliori Cabernet Franc italiani.