Negli Stati Uniti c’è la mitica e ai nostri occhi inutile scena di padre e figlio che si tirano una palla da baseball con i guantoni d’ordinanza mentre nella vita di un sommelier credo che la scena altrettanto sdolcinata e mielosa equivalente sia quella della vendemmia insieme al proprio figlio…E per inciso oggi è stata non solo la prima vendemmia insieme ma la prima in assoluto per tutti e due!
Da indegno toscano quale sono infatti è stata la prima volta che mi sono calato nella realtà agricola fatta di appiccicume, motori, vespe, mota, caldo, secchi di plastica, fatica e urlacci vari che passa sotto il nome di vendemmia.
Insomma quella roba che vi consiglio di seguire da qui.
Ovviamente mi sono divertito un sacco e ringrazio la famiglia Livi la cui bellissima casa al Pian dei Giullari sopra Firenze è stata teatro dei nostri primi tagli. E di una continua sfilza di domande su com’era l’uva, che vitigno mi sembrava, cosa si doveva scartare e via dicendo, tutto quello insomma che avreste sempre voluto chiedere ad un sommelier in campo ma che non avete mai chiesto perchè era troppo occupato a degustare vini ruffiani e fighetti vestito da pinguino imperiale in qualche ristorante stellato.
Dopo aver ben dimostrato la mia ignoranza in campo agrario (nonostante la laurea in genetica vegetale!) per fortuna c’è stato anche il pantagruelico pranzo di fine vendemmia con immancabile vino della casa che sono stato “costretto” a degustare.
Faceva uno strano effetto dissertare in pubblico su di un prodotto amatoriale con davanti proprietario e cantiniere assetati di sangue e pronti a sbranarmi per difendere la loro creatura, però il vino ne è uscito benissimo. Un bianco malvasia trebbiano di corpo, ben equlibrato con profumi pieni e maturi di pesca e ginestra che non sfigurerebbe in bottiglia.
Così come il rosso dal profumo di ciliegia e fragola croccanti, non starebbe male in qualche bottega di vino sfuso come “vino speciale”. Qui ovviamente la % in vitigni non era così chiara ma a parte sangiovese e canaiolo di rigore direi che c’era pure un filo di cabernet, (impressione in parte confermata da alcuni grappoli allungati e acini piccoli che ho visto in vigna).
E la vendemmia 2007 come promette? Visto che l’Italia è un paese fatto da 56milioni di agronomi che sparano stelle e stellette sull’andamento della vendemmia già da agosto vi dico che secondo me promette molto bene e anche l’espressione di Malwin all’assaggio dell’uva, parla molto chiaro.
E dato che il vino si fa in vigna…
Tuscany’s equivalent of the USA moment in which father and son use to play baseball to speak about life is the moment of the vintage. Today was mine first and my son’s first too! We were guest in my friend Livi house in Pian de Giullari in Forence (10 minutes from piazzale michelangelo) and I found myself in the middle of the vineyard cutting grapes and answering a lot of question abour wine, enology, fermentations and grape variety. You know, every damned question you ever wanted to ask to a sommelier but you couldn’t before because sommelier use to go out only at night in restaurants dressed like imperial penguins. But the most terrible moment was when I had to taste the house wine in front of the vineyard owner! Luckyly the wines were not so bad, and the white was quite good! Fortunately, the lunch was totally italian style with every kind of food and things to do.
How is the vintage 2007? Got some money to invest in wine blue chips? In my opinion really really good but for this, my son’s face eating the grape counts more than a thousand words…