Aiutare i terroir a far nascere i vini: questo è il ruolo dell’enologo oggi. La maieutica socratica impone domande, instilla dubbi e rafforza nelle convinzioni delle persone e nel fatto che ogni anno la natura è sovrana ma ancora di più lo è il terroir in tutte le sue manifestazioni. Guai a parlarne a caso soprattutto in Italia dove lo si nomina a vanvera ad ogni minimo accenno di mineralità in un vino. Ma laddove i vitigni autoctoni sono padroni e sono avviluppati ai territori di nascita in maniera profonda, è impossibile non sentire la forza delle nostre produzioni più caratteristiche. Ne abbiamo avuto prova sul campo lo scorso venerdì in una degustazione (qui le foto) con 9 vitigni tra l’Emilia e la Sicilia, una cavalcata in mezza Italia a tavola con sformato patate e funghi, riso integrale al ciliegiolo, filetto di maiale all’uva e una crostata casereccia ai fichi di stagione. Piatti semplici ma che spiegano bene ciò di cui stiamo parlando. Emiliano Falsini ci ha guidato in un percorso particolare, senza tecnicismi, senza paroloni ma con la giusta tecnica applicata ad alcuni tra i nostri territori più vocati: Toscana, Umbria, Emilia, Etna.
Per ogni vino una breve introduzione al territorio, al vitigno e poi spazio ai vini, che parlano tanto bene da soli, quando sono fatti nascere con amore e perizia e soprattutto rispetto. Emiliano parla sempre con calma e pacatezza e sempre in punta di piedi, sempre colmo di rispetto per le persone per cui lavora. Mette a punto i vini e impone le sue scelte solo quando è necessario. E’ sicuro di sè e fiero del suo lavoro e qualche volta può scontrarsi nel difendere alcuni suoi vini incaponendosi ma fa parte del modo viscerale con cui affronta le questioni. E dipende dal fatto che sceglie sempre luoghi persone e vitigni che hanno comuque tanto da raccontare. Grandi potenzialità e grandi responsabilità, affrontate piuttosto bene se proviamo ad assaggiare i vini che aiuta a nascere, come questi nove: