La Belle Epoque (2002) a Milano, cose d’altri tempi

Alla cena, su questo tavolo quasi sospeso nel vuoto, bellissimo a dire la verità,  non eravamo stati invitati, però la festa con champagne a fiumi (letteralmente, mai visto champagne versato con questo ritmo) non potevamo perdercela.

Piove a Milano come sempre ma dentro l’atmosfera è perfetta (sbirciate le foto), il dress code “black tie, mask and flowers” viene presa sul serio e gli ostiti “selezionatissimi” si adeguano e sfilano Nancy Brilli, Giorgio Pasotti (sì, sta ancora con la Romanoff, c’era pure lei), Valentina CErvi e diversi altri cognomi importanti come La Russa (junior), Mondadori, Monti (sì, l’editore) perchè c’era non solo da degustare in anteprima la cuvèe Belle Epoque ma anche il libro “The art of Vintage” di Electa Mondadori.Ovviamente gli aspetti importanti per noi erano ben altri, anche se dopo un ingresso così era difficile rimanere indifferenti:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=hDl2xPZ_j0U[/youtube]

per esempio sapere cosa ne pensavano Antonio Paolini del Messaggero e Marco Sabellico del Gambero Rosso della cena e delle esclusive cuvèe che avevano assaggiato con Hervè Deschamps, settimo chef de cave della maison nella sua storia, si vocifera un immenso 1985, gli crediamo sulla parola…:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=LpM-Nk_-Bjw[/youtube]

Leonardo Romanelli non c’era e quindi Alessandro Borghese che aveva nel pomeriggio cucinato per Di Pietro, presente con la splendida e bionda moglie, manda un saluto particolare:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=65eRmKGv31U[/youtube]

Ed infine l’attesa valutazione sulla moda della serata, dalla nostra inviata speciale Francesca:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Oe0X9g614YU[/youtube]

Ah vorreste poi sapere come erano i vini? Se siete arrivati fin qui vi meritate di leggerlo!

La Belle Epoque 2002 “bianca” era praticamente ingiudicabile, però ci proviamo… Rocciosa e nocciolata come nei migliori anni con una progressione imponente di fiori e frutta ancora tutta da distendersi. Naso già pieno, agrumato e speziatissimo, con barlumi di pompelmo e nocelle. Bocca durissima, come d’obbligo, ma già si percepisce l’estratto e la struttura destinate a grandi meraviglie. E già in questa serata si lasciava, nonostante tutto, bere benissimo.

Stupore e una delle migliori bevute della mia vita di bollicine la la Rosè 2002 che abbiamo preso di nascosto dal tavolo VIP, un capolavoro di melograno, rosa e fragole su tappeto di spezie da far tremare i polsi.Sul serio, difficile smettere di berla tanto è mirabile l’equilibrio delle sue parti e il continuo gioco acido sapido dolce fruttato che riesce a creare ad ogni sorso.

Solida, affidabile e sempre di riferimento il Grand Brut, piacevole immediata e ricca come gli anemoni che campeggiavano ovunque in sala.

Bello imponente ma curioso e quasi appassionante da leggere (e sbirciare) il libro The Art of Vintage con una serie di foto e ricordi d’epoca che si intrecciano anno per anno con le cuvèe della maison (testi di Sutcliffe): non solo il classico libro da sfoggiare in salotto…

Tutto in una notte, breve e intenso, e ogni dettaglio a suo posto (sotto vedete il lavandino nella toilette…ehm), proprio come le migliori cuvèe…